Mistica: "toccarti!" - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Mistica: "toccarti!"

M > Mistica
 
 
1Gv.3,2: "Lo vedremo così come Egli è".
 
Quante volte Signore, mi domando, se per credere devo ragionare di più o se invece devo smettere di ragionare! Per un verso sento che se mi fermo a ragionare mi perdo proprio, tutto mi sembra alla fine dei conti, senza senso. D'altra parte il cuore mi dice che proprio spiccando il volo cieco della fede posso finalmente tuffarmi in quell'"acqua viva" di cui avverto da sempre una sete inesausta.
 
Voglio ragionare, Signore, come un uomo, una donna del mio tempo: voglio arditamente confrontare la tua Parola con le parole del giornale e i numeri del computer: non voglio farti il torto di trattarti come uno sciocco al quale si permette di dire tutto quello che vuole perchè intanto non conta nulla!
 
Ma tu, Signore, una volta che ho ragionato e spalancato gli occhi per tutto vedere ed esaminare, tu dammi il coraggio per chiudere gli occhi. Allora sarà come quando l'innamorato cerca delle prove prima di lasciarsi andare tra le braccia della donna che ama, ma poi è lì, tra le sue braccia che cerca e forse trova quella prova che tutte le prove precedenti avevano solo fatto intravvedere.
 
Tu stesso, Signore, ci hai dato l'esempio di quanto contavano i sentimenti per te: hai amato anche sentimentalmente uomini e donne ed hai intrapreso con Giovanni una "relazione sentimentale" al punto che veniva chiamato "il Discepolo che Gesù amava".
 
Presentati, Signore, al mio cuore, non come una dottrina da imparare, e neppure come una morale da osservare. Io voglio incontrarti come una persona, provando almeno talvolta il sobbalzo di quando i miei occhi, alzandosi, si accorgono che erano da tempo guardati da uno sguardo amoroso.
 
Ti prometto, Signore, la fedeltà nella preghiera anche durante la notte oscura dell'aridità, ma tu permettimi, in quella notte, spazzate un momento le nubi, di intravvedere almeno per un istante le stelle lucenti: quegli attimi in cui la preghiera diventa anche sentimento.
 
Dammi quegli attimi di magico silenzio dopo la consacrazione eucaristica allorchè sobbalzo al saperti commestibile davanti a me. Quegli attimi di travolgente esultanza quando abbraccio per la prima volta il frutto del mio grembo, e sento che non l'ho fabbricato io. Quegli attimi di melodia nel canto del monastero dove le monache sembrano farci eco qui in terra alla danza degli Angeli in cielo.
 
Quegli attimi di sollievo nel sentirmi abbracciato dalla misericordia del Padre dopo l'assoluzione del Sacramento, così simili agli attimi dell'abbraccio di chi mi ama.
 
Quegli attimi in cui riconosco nel palpito del mio cuore di credente, che erano le braccia del Padre quelle che si allungavano attraverso le braccia degli uomini e delle donne che bussano alla mia porta per abbracciarmi il corpo e l'anima insieme: il loro amore per me è dono del Tuo amóre per me!
 
Quegli attimi in cui mi chino sul Povero puzzolente e lo sento profumato di eterno; quegli attimi in cui, nell'ebbrezza della felicità, l'avverto, indispettito, precaria, e sento che sono fatto per una felicità che non mi sfugge di mano; quegli attimi in cui stringo per l'ultima volta la mano di Mamma e sento dentro che posso dirle "Arrivederci!"
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