Cibo: e digiuno
C > Cibo
						Gl 2,12: "ritornate
						a me con il digiuno."
Dònaci di
						apprezzare, Signore, il digiuno fisico: la semplicità austera della tavola come
						solidarietà volontaria con chi fa digiuno obbligato dalla povertà.
Signore Gesù:
						noi viviamo in questo mondo di cure dimagranti, di riviste gastronomiche, di
						bagordi con gli amici, di concorrenza tra le varie merende per cani e gatti...
						chissà quanti giorni vivrebbe un bambino africano al prezzo del cibo per un
						cane genovese!
Insegnami il gusto del digiuno fisico come prezioso dominio del mio spirito
						sul mio stomaco!
Insegnami a
						dire dei no al mio corpo, quando potrei dire dei sì, per imparare a dire dei no
						quando devo proprio dire dei no.
Insegnaci,
						Signore, a dire dei no al nostro corpo, perchè possiamo dire dei sì con il
						nostro cuore, come i Genitori che si alzano di notte per il bimbo che piange.
Insegnami il
						gusto di rinunziare a ingoiare ghiottonerie come risparmio del mio cibo in
						restituzione per i Poveri, come il dominio della mia gola che diventa dominio
						delle mie labbra: parole, baci, smorfie, menzogne...
Dònami il
						sovrano e spontaneo disprezzo per tutte le cure inutili per il mio corpo, dalla
						tavola prelibata alla cura estetica, dalla sovrabbondanza del sonno al confort
						dell'arredamento, dal riscaldamento sostituibile con i maglioni al
						condizionamento d'aria in auto a finestrini chiusi.
Dònami il
						gusto del digiuno, il disprezzo sereno per tutto il superfluo per il mio corpo,
						il gusto per la sete davanti al bar, risparmiando i soldi della birra per chi
						non ha neppure l'acqua!
								 
 
