Inferno: ricordarselo
I
Mt 25,44: "Quando ti abbiamo visto affamato, assetato, straniero...
fuoco eterno".
Non è più di moda parlare
dell'Inferno. Ma è un dogma di fede che c'è. Possiamo anche sperare, con
Papini, e forse col Papa Giovanni Paolo, che sia anche vuoto. Ma il timore,
anzi, il terrore che ci sia deve restare.
Ma resta il
fatto che chi ha posto se stesso, per sempre, al centro del mondo, rifiutando
di vivere per amare, si condanna ad accorgersi, dopo la morte, in quale abisso
di straziante solitudine si era cacciato! Fammi Tremare per chi amo,
indicandomi la differenza definitiva tra chi "andrà in Paradiso" e
chi "andrà all'inferno", quando poveri o ricchi, sani o malati,
corteggiati o soli, verremo divisi tra chi ha vissuto per amare e chi ha
vissuto per fare i fatti suoi!
Liberami, Signore, dallo
sguardo scettico o, peggio distratto, come se l'Inferno fosse una favola da
bambini piccoli che, cresciuti, scoprono che era soltanto una furbata della
Nonna per farci stare bravi! Tu non ci hai detto nè se, nè quanti sceglieranno
di andarsene spontaneamente all'Inferno: non sarai certo tu a
"mandarceli", tu che "dovevi" assolutamente inventare
l'inferno, per rispettare davvero la mia libertà!
Ma concedimi
di perdere la pace quando ho l'impressione che chi amo viva al mondo come se
lui ne fosse il centro e gli altri i doverosi satelliti, fedeli custodi della
sua solitudine: all'inferno c'è già. E un giorno, terribile, se ne potrà
accorgere!
Mandaci Papà robusti ed Educatori disinvolti capaci di parlare
dell'inferno!
Sconvolgimi,
Signore, al pensiero terrificante che una delle persone che amo possa scegliere
l'Inferno! Dona, a me e a quelli che amo, di morire il giorno prima del giorno
in cui potessimo credere che c'è qualcosa che vale più dell'Amore!