Ultimo posto: privilegiato! - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Ultimo posto: privilegiato!

U > Ultimo posto
Lc 9,49: "Chi è il più piccolo, questi è il più grande".
Qual'è dunque la primissima risposta del Battista alla sincera e appassionata domanda dei suoi interlocutori: "cosa dobbiamo fare?". E la risposta è appunto: "cominciate con il fare giustizia, a partire dai vostri guardaroba, dai vostri conti in banca!".
Allora come oggi il forte sopraffa il debole sia che si tratti di un ragazzino più robusto del suo compagno di banco, sia che si tratti di una multinazionale che sposta il lavoro dall'Europa al Terzo Mondo creando folle di disoccupati qui e di mal pagati là.
Mi vien da pensare che sia proprio questa la prima ragione che Ti obbliga a inventare il Paradiso! Fin da piccolo restavo pensieroso davanti ai libri di storia, osservando incuriosito e arrabbiato i graffiti della costruzione delle piramidi d'Egitto: ma è mai possibile che migliaia di uomini dovessero lavorare e morire per costruire una Tomba degna del cadavere del Faraone?
E come passeggiare tranquillo per strada ricordandomi che Auschwitz non è solo un ricordo: la marea montante delle "carrette del mare" che invade le nostre spiagge è segno evidente dell'ingiustizia che abita il pianeta, lo corrode come un cancro, lo divampa come un incendio.
E qui attorno a me, nelle situazioni più qualunque, nelle vite delle famiglie: quella donna non può parlare perchè altrimenti il marito urla e magari ne guarda un'altra; il mondo dello sport riesce a pagare i piedi di un calciatore con il prezzo di dieci ospedali in Africa; e i nostri ambienti di lavoro sono disseminati di promozioni che passano attraverso lo spionaggio di lui o attraverso il letto del capo per lei.
Ma non posso rassegnarmi, Signore, a dire che le cose sono sempre state così e saranno sempre così! Non posso soffocare nell'indifferenza il fatto che tanti bambini nascono sani e quello no; che alcuni sono davvero intelligenti per doti naturali ed altri vivranno, senza loro colpa, come dei Fantozzi qualunque; che c'è chi nasce e cresce in famiglia e chi nasce bambino di strada; che quella bambina è graziosa da piccola, è corteggiata ragazzina, è ammirata adolescente quando passa per strada o entra in discoteca, sposerà un professionista, e invece quell'altra bruttina o grassoccia non avrà mai il coraggio di mettersi il costume per andare al mare.
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Signore Dio Altissimo, re del cielo e della terra, che hai tempo e cuore per chinarti sulle cose degli uomini: Tu non ti puoi rassegnare alle cose così, anche se lo sono da sempre.
Tu sei obbligato, visto che ci siamo perchè l'hai voluto Tu, Tu sei obbligato a inventare uomini e donne appassionati della giustizia; devi inventare uomini e donne capaci di sognare e lottare per un mondo giusto e fraterno, a cominciare dalla propria famiglia e dal proprio lavoro. E poi avanti, come è possibile, nelle lotte sociali per la giustizia: comincerò togliendo il mio piccolo conto dalla banca che ho saputo fornire armamenti a chissà quale Negriero africano.
Tu devi suonare al campanello di tutte le pulsantiere dei portoni di questi palazzi illuminati ogni sera dal chiarore azzurrino e spettrale dei televisori, per urlare alle nostre coscienze che nell'appartamento accanto la vecchina sta guardando, da sola come sempre, lo stesso mio stupidissimo spettacolo, così che non possa restare in trono sulla mia poltrdna: è diventata un braciere, e si spegne solo quando suono al campanello della vicina e l'invito al calore della mia famiglia.
Tu devi inventare il Paradiso. Lascia perdere per un momento la visione beatifica. Ci deve essere almeno un posto dove davvero "la legge è uguale per tutti"!
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