Pace: interiore
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						Gv "Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo...
						".
Grazie, Signore, per questo
						Vescovo della Pace, il tuo "don Tonino", dalle cui dita ormai
						tremanti ed esauste per la malattia,
						ci lasciava i suoi "appunti di pace".
Non sono capace di parlare con te, Signore, se non parlo con mio fratello,
						non sono capace di parlare con Te, se un fratello non parla con me.
Trepido per la pace nel
						mondo più che per la salute nella mia famiglia.
Faccio pace con la mia storia, i suoi scacchi, le sue cadute, le sue
						ferite, anche se posso accarezzarne tutte le cicatrici.
Non voglio rassegnarmi ad avere dei nemici: non voglio fare la pace, con la
						guerra che arde nel mio cuore.
Non credo nella pace ottenuta con la guerra: non mi interessa vincere, non
						mi interessa difendermi. Mi interessa amare!
La pace davanti a te, Signore, mi rende invulnerabile ad ogni frecciata: il
						mio cuore non è di sasso ma si lascia trapassare dalla
						freccia senza conservarne il veleno.
Stimerò soltanto chi ama la pace. Mi sento sbriciolare fra le dita
						l'amicizia dell'amico più amico quando in lui spunta la spina
						aguzza del giudizio.
Mi sento in pace con la mia gioia, tuo dono. Ma mi sento ugualmente in pace
						con le mie croci, tuo dono:"
Dio ha dato, Dio ha
						tolto, benedetto sempre il nome del Signore!".
Prego per la pace: è dono dall'alto. Credo nei miracoli. Prego per la pace
						perchè Dio solo custodisce la chiave dei cuori. Ma
						prego anzitutto per la pace nel mio cuore.
Non mi preoccupa tanto che qualcuno mi sia nemico. Mi preoccupa moltissimo
						sentirmi io nemico di qualcuno.
La mia sofferenza più grande la sento quando mi accorgo che quelli che amo
						non sentono come la più grande sofferenza che la
						pace è in pericolo, vicino o lontano.
Non conosco complimento più grande di quando qualcuno mi ringrazia perchè
						sono uomo di pace attorno a me.
Scampami, Signore, dalla sventura di dipingere la pace attorno a me
						imbavagliando l'urlo ribelle dei Poveri: perché, dice il
						Papa, giustizia è il nuovo nome della pace.
Preferisco avere amore, anche sconfitto,
						piuttosto che avere ragione. Spero nell'altro anche quando l'altro non spera
						più in se stesso.
Non riesco oggi ad amare chi ferisce e sfrutta quelli che amo. Ma decido
						oggi che desidero amarli domani.
Insegnami, Signore, a fissarti su quella
						croce che congiunse nella pace il cielo e la terra. Concedi anche a me l'onore
						della croce per tessere la pace.
La certezza, Signore, della pace di tutti nel
						tuo cielo domani dissolve fin d'oggi tutte le mie guerre piccine!