Non credente: fratello ateo
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IGv.4,16: "Abbiamo creduto all'amore che Dio ha per noi".
Caro fratello ateo, mi rivolgo a te, tu che vivi onestamente e forse anche generosamente, ma credi di essere nato per caso, credi che noi viviamo soli e abbandonati nell'immensità dello spazio, e credi che la vita sia una breve, fulminea corsa verso la vecchiaia e la morte: cogli l'attimo fuggente.
Lasciami dire che ti voglio proprio un sacco di bene e forse anche ti ammiro, perchè vivi solo e audace come io non saprei fare.
Lasciami dire che anch'io, in fondo alla mia fede, scopro un franimento di sospetto: che tutto sia a caso e che la vita sia uno scherzo terribile di un destino cieco, che ci attira col sogno di una felicità che non esiste.
Vorrei anche però invitarti a non essere così sicuro che non ci sia niente, così come io non posso avere le prove scientifiche che ci sia qualcosa!
Talvolta mi sento addirittura in imbarazzo davanti a te: perchè io mi trovo in cuore il dono prezioso della fede e tu no, che sei magari migliore di me!
Ti domando il favore di non deridere nè compatire la mia fede, questa fede che mi fa sentire come nudo e ferito ma abbracciato dal mio Dio: non deridere questo mio abbraccio.
Permettimi di dirti che se tu ti senti nato per caso io sento di essere stato aspettato da Qualcuno, ancor prima che dai miei genitori.
Se tu pensi che la tua storia e la storia del mondo siano soltanto una serie di combinazioni, come i numeri del lotto, io sento invece che la mia e nostra storia è guidata da una Mano che sa trarre il bene anche dal male.
Se tu ti sei rassegnato al fatto che si nasce per morire, io sento che tutta la sete di felicità del mio cuore, qui mai dissetata, deve incontrare un giardino, nel cielo di Dio, dove zampilla la fonte della felicità senza fine. Vorrei che tu ti ribellassi con me contro la morte.
Se ti basta stare tranquillo in casa con la tua famiglia, dove vi volete tanto bene e, per adesso, tutto va bene, deve esistere nel Cielo di Dio una città dove trovano casa e famiglia tutti coloro che casa e famiglia non l'ebbero mai, quelli ai quali tento di dare casa e famiglia io fin d'oggi.
Vorrei che guardassimo insieme un fiore o una stella, e ascoltassimo battere il nostro cuore: forse sentiremmo che l'essenziale è invisibile agli occhi, e l'Invisibile esiste.
Vorrei domandarti perdono per queste folle di noi credenti che diciamo di credere in Dio e ci comportiamo pigri e disonesti, avidi di denaro, di immagine e di sesso, come se Dio non ci vedesse: ti diamo scandalo; perdonaci!
Ma se poi fratello ateo, tu spendi la vita onestamente, generosamente, disinteressatamente, per un mondo più bello e più fraterno, se credi nell'Amore più che nel denaro e nella salute, allora potrò dirti che a tuo modo sei credente anche tu perchè, dice la Bibbia, Dio è Amore e chi crede davvero nell'Amore crede in Dio!