Cammino: spirituale - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Cammino: spirituale

C > Cammino
Rom 6,4: "Anche noi possiamo camminare in una vita nuova".
Voglio proprio credere, Signore, che la mia vita spirituale non può essere affidata alla spontaneità del sentimento e alle occasioni delle circostanze: voglio prendermi cura regolare della mia salute spirituale come mi prendo cura della mia salute fisica.
Ti prometto, Signore, di fissare un tempo minimo ogni giorno, per la preghiera, e un posto nel quale poter pregare in calma almeno quanto i "Marocchini" che pregano tre volte al giorno mettendosi in ginocchio in direzione della Mecca.
Ispirami il bisogno di un "padre spirituale", un riferimento fisso, sacerdote o laico, un uomo o donna veramente "di Dio", con cui confrontare regolarmente il mio cammino di maturazione umana e cristiana, impegnandomi a seguirlo con la fedeltà che terrei in una cura medica prolungata.
Accendimi in cuore almeno il desiderio di dedicare all'incontro con te, Signore, secondo l'antica istruzione spirituale, un'ora al giorno, un giorno al mese, una settimana l'anno!
Prendimi tu per mano e conducimi, tra le rocce dell'aridità, lungo il sentiero della fedeltà alla preghiera, fin verso i prati fioriti dove l'incontro del "faccia a faccia" con te non è più un dovere necessario ma un'irrinunziabile, profumato appuntamento.
Metti sul mio cammino l'incontro con un Santuario mariano che parli anche sentimentalmente al mio cuore, una chiesa di pietre levigate dai passi del tuo popolo, umile e sconosciuto a tutti fuor che a te; una galleria di ex voto, magari ingenui e superstiziosi ma inzuppati della fede dei secoli; un posto dove la nonna portava i nipotini a pregare per il ritorno di papà marinaio di bastimenti in rotta sull'oceano Custodisci la mia fedeltà alla revisione di vita serale, quando chiudo gli occhi per il sonno e li apro al contempo per fissare i tuoi occhi e coglierne lo sguardo sorridente o deluso sui passi della mia giornata. Mettimi fra le dita quello strumento di orazione così umile e prezioso soprattutto durante il cammino fisico, a piedi o in auto, del Santo Rosario, preghiera da sempre degli analfabeti della cultura, professori della fede: l'abitudine a ripeterti parole sempre identiche come l'amato ripete "ti amo" all'amata! Inginocchiami con palpitante, sempre rinnovata fedeltà, davanti alla tenda dove tu, incontenibile Onnipotenza, ti presenti Dio commestibile all'appuntamento con la mia fede eucaristica, per farmi uomo, donna, commestibile ai fratelli.
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