Poveri: condividerli
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Lc 14,13: "Offri un pranzo, invita i Poveri".
Fammi gustare la gioia di
dare al Disperato non solo il mio tempo e il mio denaro ma soprattutto il mio cuore, la mia casa, l'ospitalità nella mia famiglia.
Insegnami a non guardare
il Disperato da dietro i doppi cristalli delle finestre del mio cuore: voglio lasciarmi toccare, avvolgere, sconvolgere. Voglio condividere!
Voglio rendermi conto di
quanto sia più felice di me chi riesce ad essere più generoso di me.
Fammi attento alla
possibilità di non fermarmi a dare le cose al Disperato, avanzando con gioia
fino ad entrare io dentro la sua vita e le sue contraddizioni, procedendo ancora
fino a permettere al Disperato che entri lui nella mia vita, nella vita della mia famiglia.
Conducimi a osservare con
interesse appassionato le vicende di qualche Ultimo di questo mondo, come seguo le vicende sentimentali della mia famiglia, come scruto le nostre
ultime analisi mediche.
Fammi sentire estraneo e
nemico di una società che produce i Disperati come pezzi di scarto indispensabili al benessere dei benestanti, concedendo talvolta un modesto,
temporaneo soccorso a quelli che prima ha ferito.
Accendimi in cuore la
santa invidia per la gioia che leggo negli occhi di quanti sanno abbracciare i
loro figli di sangue con lo stesso entusiasmo con cui abbracciano i Derelitti
ricevuti in regalo.
Fammi vivere l'incontro di condivisione personale e affettuoso con i
Disperati come esperienza irrinunziabile e insostituibile per vivere seriamente e serenamente il Tuo
Vangelo.
E se non trovo il coraggio di scelte evangeliche radicali, mettimi in
contatto serio con chi questo coraggio ha saputo raccoglierlo
dal Tuo Cuore.