Contemplazione: tesoro sommerso! - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Contemplazione: tesoro sommerso!

C > Contemplazione
Lc 10,41: "Marta tu ti preoccupi...."
"Signore Gesù, figlio del Dio vivente, abbi pietà di me!". Ecco la scoperta dell'anonimo "pellegrino russo", scuola di preghiera per migliaia di ricercatori di un "deserto nella città" negli ultimi decenni, al termine del suo estenuante inseguire la formula magica della "preghiera del cuore".
Ripetere incessantemente la formula magica nel buio luminoso della preghiera perseverante, lottando contro la fatica fisica dell'immobilità, fu il segreto dei due Carli che dischiusero il tesoro della contemplazione a quei fedeli laici ai quali per troppi secoli era stato interdetto: Carlo de Foucauld e Carlo Carretto, maestri di Frère Roger di Taizè e di Padre Gasparino.'
Ti ringraziamo immensamente, accoratamente, Signore, per questi quattro profeti degli ultimi anni, che più di Papi e Vescovi, salvarono fede e preghiera a milioni di quei giovani cui non bastavano moto, ragazzi/e, soldi e diploma per credersi felici.
Rinverdiscimi l'arte antica e popolare delle giaculatorie e del S. Rosario, nella ripetizione di quei cànoni, di quelle implorazioni e di quei silenzi con cui questi quattro profeti ritmavano le lunghe notti del deserto, ringraziandoti per la tua carezza nel vento, lodandoti per la tua sapienza nelle stelle, ascoltandoti nella tua Parola sussurrata al suo cuore, perennemente stupiti davanti al tuo Pane, con la porta del cuore e della casa spalancata ad ogni viandante.
Insegnami il fascino di questa preghiera, libera dal peso di ammuffite, folkloriche tradizioni, così simile alla plurisecolare melodia monastica, radicata sullo schietto del Vangelo, praticata nelle cappelle ricavate tra una capanna e l'altra della bidonville più volentieri che nell'artistica cattedrale o nella suggestiva chiesetta di montagna.
Insegnami la familiarità con la tua Parola, accostata nel silenzio della stanza, inginocchiato sulla stuoia comperata dal marocchino mussulmano, prendendo appunti dalla predicazione del mio proprio cuore, più che dalla cattedra del più aggiornato teologo.
Insegnami lo stile di questa "spiritualità di Nazaret", dove tu hai vissuto nascostamente la più gran parte della tua vita: non sarà forse questo il momento in cui il nostro mondo, soggiogato da fenomeni di dimensioni gigantesche e planetarie, saprà cogliere il fascino dell'infinitamente piccolo, come ogni nostro piccolo cuore?
Insegnami il fascino del deserto, questo luogo fisico privilegiato, fatto di sabbia o circondato d'asfalto; il fascino di quei posti dove sono solo con me e con Te: lì sperimento quella tua compagnia che voglio portare, nascosta, nel rumore della città. Dammi un "deserto nella città".
Grazie, Signore, per questi uomini e donne, liberi perchè poveri, amati perchè vicini, sapienti perchè "ignoranti", amabili perchè inermi, luminosi perchè illuminati, felici perchè indifesi davanti al tuo Amore!
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