Timor di Dio: delle Sue visite
T > Timor di Dio
Lc 12,35: "Con le lanterne accese".
Signore, insegnami a sentire sempre un po' di timore per la tua visita
improvvisa. Insinuami tranquillamente un po' di paura per il pericolo costante
della morte improvvisa. Dammi la saggezza di averne paura e la forza di
preferire una lunga malattia piuttosto che morire improvvisamente o nel sonno:
vorrei prepararmi.
Ma insegnami,
Signore, a scoprire la tua visita ed il tuo messaggio anche quando mi visiti
nascosto dentro le pieghe degli avvenimenti quotidiani.
Donami di
scoprire la tua visita dentro la salute: un invito a vivere nè solo per
riposare nè solo per lavorare, ma per fare di ogni quarto d'ora un gesto
d'Amore.
Un amore
attento, in punta di cuore, per chi mi sta intorno, senza concedermi alla
pigrizia, al sonno, al riposo eccessivo, alla poltrona televisiva, alla
nostalgia delle ferie.
Fà di ogni mio quarto d'ora di salute un passo consapevole verso un
appuntamento d'Amore!
Donami di
scoprire la tua visita nella malattia: mi inviti a vivere consapevole della mia
fragilità, lasciandomi amare e servire da quelli che preferirei amare e servire
io, credendo che i gemiti e le urla di dolore sul mio letto valgono quanto e
più delle parole d'amore dette su quel letto, perchè Tu sai misteriosamente
trasformare il mio rantolo nel tempo in canzone per l'eternità.
Donami di
scoprire la tua visita sempre nuova nelle singole persone di ogni giorno, in
famiglia, sul lavoro, tra gli amici, mai accostati come film già visti ma
credendo che ogni giorno io posso leggere o scrivere una frase nuova sulle
pagine del loro cuore di sempre!
Insegnami a
scoprire le sorprese nel cuore di chi sono abituato a vedere sempre: loro non
sanno forse neppure leggere dentro di sè il mutare dei propri sentimenti,
speranze e delusioni, ma Tu mi insegnerai a scoprirli e a manifestarglieli.
Tu mi
insegnerai a raccogliere dalle persone, dalle situazioni di sempre le tue visite
e i tuoi messaggi sempre nuovi, guardando le persone di sempre, con occhi
sempre nuovi!
Concedimi la
paura che Tu suoni al campanello della porta del mio cuore ed io sórinecchi:
donami quel pizzico di paura indispensabile come il pizzico di sale nel pane.
Quel pizzico di paura che mi permetta di arrivare vivo alla morte.