Domande: che contano
D > Domanda
Lc 9,18: "Ma voi chi dite che io sia?"
Addormenta, Signore, nel mio cuore l'ansia delle domande più comuni ma più futili. Dilata invece, Signore, nel mio cuore, l'ansia e la gioia delle domande definitive!
Signore Gesù! Grazie perchè mi hai messo in cuore la gioia e il tormento di conoscerti.
Alimenta nel mio cuore tanta compassione e tanta misericordia per la cosiddetta gente comune che si interessa delle pur necessarie "cose comuni".
Fammi sentire il mio cuore asfissiato dalle comuni domande piccine, dall'aumento delle tasse all'orario dello spettacolo televisivo, dalle previsioni del tempo ai risultati scolastici di mio figlio, dall'ultimo scandaletto giallorosa della prima donna in ufficio a chissà che cosa.
Mettimi vieppiù assillante in cuore la domanda sconvolgente sulla vita oltre la morte, sul senso degli handicappati, sulla esistenza della felicità.
Dilata cioè nel mio cuore la domanda su di te, Signore: "Ma voi chi dite ch'io sia?"
Regalami l'imbarazzo di sentire vicino alla mia vita chi non s'interroga seriamente sulla morte.
Non permettere, Signore, che io ti risponda dicendoti che ci sei anche tu nella mia vita, accanto a tante altre cose e persone: dona al mio cuore, invece, di invocarti soprattutto come la più ragionevole alternativa al suicidio.
Non sarò anch'io forse contagiato dall'atteggiamento corrente che vede l'uomo padrone del suo destino? E se le domande che per me contano più di tutte non fossero altro che inutili arrampicature sugli specchi dell'impossibile?
Da dove veniamo? Siamo nati per caso o qualcuno ci aspettava prima dei nostri Genitori? Sarà forse la fede la risposta dell'uomo impaurito dallo spettro della morte? Saranno la mia vita, i miei incontri, la mia famiglia, soltanto frutto del caso, un cieco gioco di bussolotti, oppure sarei chiamato a realizzare un disegno che qualcuno ha tracciato sulla mia strada prima che i miei passi ne calpestassero la polvere? Esiste forse Qualcuno che mi fa compagnia sempre oppure, assieme ai miei amori più cari, siamo fuscelli abbandonati nella solitudine cosmica alla deriva in un mare senza riva?
Vorrei raccogliere, uomo contemporaneo, salvatore di te stesso, le tante domande che hai lasciato cadere per terra come pietruzze fastidiose penetrate nei sandali del tuo frettoloso cammino.... quante e poi quante domande lasciate cadere per terra come pietruzze... e se invece fossero perle?
Non è forse il lasciarsi interpellare dalle domande senza umana risposta che rende l'uomo davvero uomo?