Cecità: spirituale
C > Cecità
Lc 18,35: "a Gerico
un cieco era seduto lungo la strada".
Signore Gesù! Spalancami gli occhi quanto basta per accorgelini che erano
chiusi, o quasi!
Concedimi, di riconoscermi una vista così corta, cuore così piccino, orizzonte
così ristretto, sguardo tanto curioso per le vetrine della vita senza quasi mai battere alla cassaforte
blindata dei cuori.
Smascherami lo sguardo tanto afferrato dal fuggevole scintillio delle cose
davanti a me, così da impedirmi di fissare lontano le stelle fisse dei valori eterni.
Rivelami tanto corto il mio sguardo, catturato dalle mie rughe allo
specchio, così da impedirmi fissare al di là del vetro tanti che bussano alla mia porta blindata.
Manifestami quanto siano vuoti i miei occhi, sempre spalancati fuori,
curiosi e avidi, incapaci di chiudersi per scrutare il panorama sempre nuovissimo del mio mondo interiore.
Fà di me, Signore, come di questo cieco di Gerico, un cieco che sa e
riconosce di essere cieco, senza far finta di vederci, dietro chissà quali occhiali neri sugli occhi.
Fa' di me un cieco che sa urlare dal bisogno di vederci; uno sgomento alla
scoperta della mia vista corta, piccina, superficiale, confusa, catturata.
Mettimi accanto, come a questo cieco, qualcuno che mi scrolli, mi prenda
per mano e mi sollevi, quando rischio di rassegnarmi a mendicare l'elemosina della tranquillità per
ingannare la sete di felicità!
Dona anche a me, Signore, quella esperienza di fede che apre i miei occhi
per scoprire le tue tracce davanti ai miei passi, per scoprire il tuo progetto di armonia in questo
mondo sbriciolato: voglio intravvedere visibili le tracce dell'Invisibile!
Spalanca i miei occhi per scoprire la tua immagine in tutti questi
mendicanti di senso nelle Gerico delle nostre città!
Signore, fa che io veda! Ma prima ancora: fa ch'io veda di non vedere! E
poi: fammi incontrare persone che vedono, persone che "mi" vedono dentro, persone che
"ti" vedono, dentro di sè!