Con: "pregare-con" (At1)
C > Con
At 1,14: "Erano
assidui e concordi nella preghiera."
Come
ringraziarti, Signore, per questa possibilità; anzi, per questa necessità che
hai inciso nei nostri cuori? La possibilità per noi, infinitesime creature, di
parlare con l'Assoluto che sei Tu! La possibilità, anzi la necessità!
Come non
lasciarci aggredire dal sospetto che questo gesto così indispensabile della
preghiera, che si prolunga dall'inizio dei millenni fino ai
"momenti-verità" dell'uomo cibernetico contemporaneo...che questo
gesto, contro ogni moderna apparenza, che continua a essere, così universale,
in vita e in morte, anche se apparentemente inutile per la nostra modernità,
non sia l'urlo necessario dell'umana solitudine verso un cielo vuoto?
Ma ci sono
"cose" che non si toccano e non si vedono, ma si vivono più di una
malattia inguaribile o più di un amplesso d'amore: come vivere senza in qualche
modo pregare, almeno negli attimi culminanti dell'esistenza, anche e
soprattutto in questo tempo che sembra aver smarrito la ricerca del "verso
dove" corre la vita?
Ma Tu ci vieni
incontro proprio nell'esperienza speciale del "pregare-con": quel
gesto in cui il tremore dell'uno incontra la necessità dell'altro, degli altri,
e insieme ci afferra il coraggio di lasciarci andare nel buio luminoso della
fede, urlando a Chi sembra non rispondere mai!
La tua Parola
ci dirà che in quel momento misterioso della preghiera-con, in cui ciascuno
sembra appoggiarsi all'altro in un vortice di cadute, invece proprio lì tu sei
la roccia sulla quale si appoggiano, uno dopo l'altro, i sassi del nostro
vivere: "dove due o tre...Io sono in mezzo a loro!"
Da sempre i
credenti in Qualcuno, e "ultimamente" i credenti in Te, hanno vissuto
l'esperienza del "pregare-con", così diversa da quel
"pregare-accanto" di tante nostre ingessate celebrazioni liturgiche,
così diverse pure da quel brivido collettivo che pervade le adunate oceaniche
di certi affastellati credenti. "Pregare-con", Tu hai detto, non è
anzitutto pregare insieme tra noi, ma è anzitutto "lo Spirito che prega in
noi con gemiti inenarrabili" (Rm.8,26): noi la cetra, lui il citaredo.
Grazie per
questo "pregare-con" l'amico, con il coniuge, col figlio, con chi
ami, con chi crede accanto a me, che comincia col pregare "in Te",
col riconoscerTi come la prima delle due o tre o mille persone che pregano
insieme!
Allora è tutto
un altro esistere uno accanto all'altro, lì dove addirittura i rapporti
familiari si stemperano nell'unica preponderante esperienza di comune
figliolanza da Te: padre, figlio, coniuge, amico si vivono anzitutto come
fratelli: anticipo di vita eterna nel Tuo Cielo!