Pazienza: preziosa! - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Pazienza: preziosa!

P > Pazienza
Col 3,12: "Rivestitevi di sentimenti di pazienza"
La pazienza comincia dal desiderio di esserlo: non è frequente.
Parte dal dolore per l'altro che mette a prova la nostra pazienza, non dalla nostra pazienza messa alla prova. Si verifica usandola più per la ferita inflitta ad un fratello che a se stessi.
Perdona prima di verificare la possibilità di ristabilire la giustizia, perdona anzitutto coloro che avrebbero dovuto amarci di più, tentando di supplire con un supplemento di amore non dovuto l'amore dovuto. E' una virtù dei forti, anzi dei fortificati, di coloro cioè che hanno saputo cogliere l'esperienza, accorgersi della pazienza dei fratelli verso di loro è un dono dall'alto, di chi vive e sperimenta la pazienza di Dio verso di sè (Galati 5,22).
Ebrei 11,27 "Per fede Mosè rimase saldo, come se vedesse l'invisibile": cioè si alimenta dalla preghiera sotto forma di relativa invulnerabilità. Prova tenerissima e fortissima compassione della propria irritazione, un passo prima della vergogna, che la cambierebbe in disappunto.
Giona 4,2: Non si lascia intaccare dalla malcelata invidia per il vantaggio, la comodità che rimprovera nell'altro.
Proverbi 17,27: "Il paziente diventa intelligente", perchè conserva la lucidità di uno sguardo circolare. 2a Timoteo 4,2: "Tu che mi hai seguito nella pazienza vivi longanime verso i fratelli" perchè, illuminato dall'Alto, più di altri conosci le fragilità, le cicatrici, la storia e le sofferenze di chi ti ha ferito.
Verso i figli o coloro che ci sono affidati, dimostra con chiarezza l'impossibile equivoco con la delusione per non essere riusciti dentro il cuore dell'altro.
Si alimenta nella non documentata speranza che l'altro si converta, magari proprio attraverso la propria pazienza: in tal senso non scade mai nella rassegnazione (Lc 13,6-9: il fico sterile). La pazienza si esercita anzitutto verso la nostra impazienza.
Luca 18,6-8 la parabola del giudice disonesto: la pazienza si alimenta alla certezza che il Signore, già qui o di là, metterà le cose a posto. La pazienza si salvaguarda attraverso la volontà intransigente e testarda di scoprire il positivo presente o possibile nell'altro.
La pazienza alimenta una mansuetudine di cuore che permane anche quando si è saggiamente decisa la via della forza, soprattutto a difesa altrui, del più debole (il "satiagrà" di gandhiana memoria).
La pazienza bussa incessante al cuore del fratello con la preghiera perseverante, quando la parola o il gesto diventassero incomprensibili.
La pazienza diventa assimilazione più stretta a Gesù nel perdono ai persecutori, diventa scelta dell'essenziale di Dio quando non si lascia ferire dall'ingiusta e cattiva rapina del dovuto o del quasi essenziale.
Filippesi 2,5: ci sono al mondo persone che pensano di costruire evidenziando e distruggendo le deformazioni attorno a sè, altre che pensano di costruire coprendo e scusando, anche a proprie spese, le manchevolezze attorno a sè, ci sono persone che intuiscono dall'alto la possibilità di costruire evidenziando ed alimentando tutti i semi di bene che trovano sparsi sul loro cammino.
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