Canto: chi canta prega due volte - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Canto: chi canta prega due volte

C
Sa1.39: "mi ha messo sulle labbra un canto nuovo".
Fammi attento a questo fenomeno strano del canto, con cui dai tempi delle caverne, hanno usato l'urlo e la melodia per allungare e modulare le stesse cinque vocali degli innumerevoli alfabeti: dicendo con il canto quello che il cuore non riusciva a dire con la parola parlata.
Fammi attento, in questo mondo in cui soltanto il denaro sembra servire a qualcosa, a questo fiorellino che spunta nella sabbia del deserto di queste nostre città, la canzone cantata dalla gente, questa musica che non contiene nessun comunicato commerciale, nessuna informazione scientifica, nessun messaggio politico.
Ma impensieriscimi, Signore, quando appunto il denaro stringe nel suo abbraccio strangolatorio quest'espressibne musicale del canto, nato libero dai cuori più vivi, imbalsamato dal concorso dei festival, monetizzato dalle classifiche delle case discografiche.
Insegnami ad apprezzare quelle melodie che nascono dal cuore profondo dell'uomo e della donna "interi", maturi, generosi, entusiasti, armonici.
Allontanami invece da quei suoni che traboccano da cuori "malati", istintivi, maliziosi, ripiegati, ingordi, depressi, rabbiosi, accecati, accecanti.
Fammi trasalire davanti alle più belle canzoni d'amore, quest'urlo del cuore dell'uomo e della donna che si scoprono da Te inventati l'uno per l'altra.
Ma fammi parimenti trasalire nell'accorgermi di come quasi nessuno dia voce e canto alle labbra del Malato, dell'Anziano, del Povero, sempre dimenticati, spazzatura da nascondere sotto il tappeto dell'apparenza.
Ribellami alla policroma cornice del mondo musicale, fatto di immagine e di denaro, di lotta e di successo, di sensualità e di arrivismo, di trasgressione e istinti, di folle e di nessuno!
Scampa i giovani che amo dalla schiavitù del rumore discotecario, dell'annullamento musicale di folla, del ritmo spersonalizzante e alienante, bramoso di portarli lontano da se stessi!
Dona anche alla mia parola parlata una voce attenta, profonda, calda, interiore, esultante, libera, disinvolta, intenerita, trasparente, modesta, luminosa, per tentare di tradurre senza tradire i miei sentimenti più belli e più feriti.
Fammi gustare la musica vivace, guizzante, piacevole, argentina, disinvolta, ma liberami dal laccio della musica rumore quando la vorrei ascoltare per non ascoltare più ne me stesso nè i fratelli.
Fammi attento al gusto di cantare insieme agli altri affmchè, sintonizzando le voci, si accordino i cuori. Fammi gustare tanto la musica da condurmi fin sugli incantati prati del silenzio, in ascolto trepidante della musica del mio cuore!
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