Pigrizia: sventura!
P
Pr 26,14: "Come la porta gira sui cardini, così il pigro si rigira nel
suo letto".
In questi
tempi di gente esaurita, di diffusa svogliatezza di tante vantate comodità, di
pubblicizzate crociere, di materassi e poltrone scientificamente studiati, di
ferie sindacalmente garantite, di giovani dormiglioni fino a mezzogiorno,
suscita tu il gusto di una vita sobria, operosa e forte, a immagine dei Santi.
In questo
mondo dove si moltiplicano le cure di bellezza, i bagni con idromassaggio, le
creme rivitalizzanti, gli ormoni ringiovanenti, donaci la forza e la gioia di
impegnarci ad una cura rude e spartana, povera ed essenziale, semplice,
igienica, tonificante del nostro corpo, dono da custodire per servire anzichè
esporre per essere ammirato.
Di questi tempi in cui le polizze assicurative, le prudenze salutiste, il
livellamento dei sogni personali, la volontà di massificazione, l'omologazione
all'identico modello tèlevisivo, tutto sembra condurci ad un appiattimento
medio-basso del costume collettivo: donaci la forza e la gioia di impegnarci a
gesti controcorrente, nel ricordo appassionato e fraterno di quanti il nostro
benessere priva di domani e di salute.
In questo
Sistema dove le personalità più forti emergono per avanzare schiacciando i più
deboli, suscita persone forti capaci di usare la propria forza per contrastare
i primi, a vantaggio degli Ultimi.
L'andazzo televisivo corrente sembra svuotare l'uomo di oggi afferrandolo
per la gola ed estenuandolo col sesso: mandaci uomini e donne capaci di
apprezzare il buon cibo e la bellezza del fisico, ma sdegnosi delle leccornie,
furto al Povero e dell'erotismo: esso infuria la belva che mi abita in corpo,
anzichè domarla.
I nostri corpi
esausti per cure dimagranti e appesantiti da tavole ingorde, nascondono anime
fiacche e affetti frustrati: rafforza i nostri cuori a cominciare da un governo
armonioso e risoluto del nostro stomaco.
Ma tu puoi,
Signore, anche nel corpo infragilito dalla malattia, esausto per la povertà e
financo nel corpo debilitato dal vizio, Tu sai innestarci dentro l'esperienza
forte e fortificante della tua Amicizia interiore. Così l'intimità con Te,
Onnipotente e Misericordioso, vissuta nella preghiera consapevole e prolungata,
traboccante nel fedele servizio di cuore a questo mondo malato e disumano, sa
fortificare anche l'anima dei nostri corpi infragiliti e fiaccati dalla
pigrizia e dai peccati.
Fissaci lo sguardo nei Santi, che
realizzarono nella gioia opere d'Amore grandiose, servendosi di un fisico
torturato dalle fatiche e dalla malattia.
Plasmaci
quella "spina dorsale" dell'anima che sorregge il nostro corpo.
Quando è fisicamente sano, giovanile, idolatrato, sportivo, ma
"dentro" piegato come un schiavo, come pure quando si sente
infiacchito dagli anni e dalla malattia. E' allora che potremo ripetere con
l'Apostolo: "Quando sono debole è allora che sono forte!" (2Cor
12,10).