Casa: ospitale - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Casa: ospitale

C > Casa
Mt 25,35: "ero forestiero e mi avete ospitato".
Insegnami, Signore, ad entrare in casa mia senza sospingere indietro nervosamente la porta, quasi a tenere fuori un mondo brutto e cattivo, mentre mi avvicino alla poltrona per riposarmi e dimenticare.
Fa' della mia casa una casa ospitale non soltanto per i miei parenti e amici, ma anche e soprattutto per la vecchietta sola, per il giovane senza speranza, per il marocchino che mi vende cianfrusaglie, per il Povero e il Sofferente.
Fammi riconoscere nell'ospite la tua presenza: impediscimi che la cordialità e le chiacchiere possano lasciare uscire l'ospite così come era entrato.
Fà della mia casa un posto dove non si grida e non si tace, un posto dove si parla per comunicare, dal profondo del cuore al profondo del cuore, anche mentre dettiamo la lista per la spesa.
Insegnami il gusto raffinato di una elegante povertà della mia casa, dove abbia posto soltanto l'essenziale; dove il lusso venga vissuto come furto ai Poveri; dove il Povero, "almeno dipinto" sul poster appeso in parete ricordi a chi ci abita e a chi entra che lì si legge il Vangelo.
Impediscimi di considerare la casa di cui sono proprietario come una casa definitiva per la mia vita, ricordandomi che non abbiamo qui in terra un domicilio fisso.
Insegnami a vivere l'affitto della casa in cui abito come un ricordo ricorrente della precarietà della nostra condizione umana, indirizzando il nostro bisogno di stabilità più verso la stabilità degli affetti che delle cose.
Dammi di pensare se esistono persone alle quali potrei consegnare un giorno, in una particolare circostanza e con un certo "rituale", le chiavi di casa mia, per dirmi che l'amicizia non è soltanto una parola.
Fà della mia casa un posto dove, entrando, si respira il profumo di un affetto familiare nè morboso, nè geloso, nè rinchiudente, ma venerante nel gesto di riconoscere, nel familiare il mio primo prossimo, il mio primo dono del Signore, per me e per offrirlo.
Insegnami a fissare un posto nella mia casa, nella mia camera, dove poter visivamente celebrare l'incontro fra di noi con te, abbracciandoci fra di noi, abbracciati dal tuo abbraccio, così da abitare non più in una casa ma in una piccola chiesa.
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