Poveri: farsi poveri - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Poveri: farsi poveri

P > Poveri
Lc 4,18: "Mi ha ad annunziare ai Poveri un lieto messaggio".
Fammi povero, cioè disponibile a condividere il poco o il tanto che ho. Fammi povero, nel desiderio consolidato di non diventare ricco, neppure per fare chissà quale bene ai Poveri.
Distaccami dall'ingordigia dei mille concorsi a premi, delle mille proposte di super sconti, guardando nella pace quello che davvero serve, libero dalla cupidigia dell'acquisto come mia confortante sicurezza. Liberami dal pensiero che sia indiscutibilmente mio tutto ciò che ho onestamente guadagnato: non l'ho forse guadagnato con mani e intelligenza che erano tue?
Scioglimi dall'equivoco che giustifica il mio accumulare per il domani dei figli e per il domani della malattia: per il vero bene dei miei figli "restituirò" il superfluo, liberandomi così della zavorra sulla scialuppa della nostra famiglia, per remare più veloci verso il porto della libertà.
Voglio vedere trasparenti i muri della mia casa e le cassette di sicurezza dei miei depositi, ricordando che al giudizio universale tutti vedranno quello che dentro vi avevo racchiuso e nascosto, come Tu, Signore, vedi fin d'oggi quello che io metto al riparo dallo sguardo dei Poveri.
Voglio disegnarmi una casa dove, dai mobili alle tappezzerie, dal cibo al confort, Tu e i Poveri possiate sentirvi a proprio agio come a casa vostra!
Voglio sperare per chi amo il gusto di una vita essenziale, operando quei tagli liberatori che la mia paura del domani non mi ha permesso.
Voglio alimentare nel mio cuore il gusto intenerente dell'amicizia personale con un Povero, un Sofferente, un Disperato, venerando nel suo bacio il bacio, Signore, delle tue labbra!
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