Responsabilità: fraterna "Se non ti ascolterà ..."
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Alt 18,16: "Se non ti ascolterà prendi con te due o tre
persone...".
Ma perchè
Signore ci inviti alla correzione vicendevole in un mondo dove tutti sembrano
sempre pronti a morsicare l'altro, sempre attenti a non farsi morsicare?
Ricordi la
storia di Caino e Abele: lui domandò "sono forse io custode di mio
fratello?". E' proprio questo che ti voglio spiegare oggi: ciascuno è
custode del suo prossimo e deve lasciarsi custodire dal suo prossimo in famiglia
e nell'amicizia.
Beata quella famiglia e quella amicizia in cui...
...ciascuno
sa leggere nel profondo del cuore e si lascia leggere nel cuore dagli altri, al
di là delle chiacchere di sempre: sapranno aiutarsi e lasciarsi aiutare dal
profondo del cuore.
...ciascuno
corregge l'altro non per rabbia, per stizza, perchè gli da fastidio ma corregge
per amore e con amore.
...ciascuno
non è spontaneo nel correggere l'altro ma prima ci pensa, prima fa silenzio,
prima aspetta e prima ci prega sopra.
...dove non si
usa il silenzio per evitare i contrasti, quel silenzio che diventa pietra
tombale sulla morte del dialogo e della trasparenza.
...dove si
accetta la correzione fraterna anche se è fatta malamente, accogliendo con
umiltà una parola che ferisce ma potrebbe guarire.
...dove
proprio talvolta l'amore si misura dalla crudeltà della correzione: se ti
voglio bene e vedo che sbagli ti farò anche male, correggendoti, perchè ti
voglio bene.
...dove
ciascuno sa meritarsi la correzione fraterna perchè non ribatte, ma ringrazia
ogni volta che l'altro si prende cura di lui, rimproverandolo: chi ribatte e
respinge resterà solo!
...dove si osa
ripetere con amore la correzione non ascoltata perchè non si smette di sperare
che l'altro possa capire e cambiare.
...dove la correzione fraterna viene esercitata soprattutto con
l'incoraggiamento fraterno. Dove si scruta l'altro e appena compie un gesto
positivo, subito lo si ringrazia come se lo facesse sempre: lo farà di nuovo.
...dove si
accetta una correzione fraterna addirittura sui propri figli, ci lasceremmo
ferire noi piuttosto che sfiorare loro!
...dove si ci
lascia guardare umilmente dentro, come il malato che si lascia spogliare dal
medico che lo può guarire.
...dove
ciascuno sa scoprire soprattutto i fiori, prima delle spine nel giardino del
mio cuore, i suoi occhi sono puliti e luminosi.
...dove si
trova la saggezza di chiamare una terza persona di comune fiducia: li aiuterà a
capire quello che da soli non riuscivano a vedere.
...dove non si
corregge l'altro usando la propria testa soltanto, ma usando anzitutto le
ginocchia per domandare luce sull'altro nella preghiera, così da potersi
rivolgere a lui dicendo: vorrei parlarti a nome del Signore: mi ha detto che
sono tuo custode.