Proprietà: di me stesso
P
Mc 12,21:
"Mandò a ritirare i frutti della vigna...".
Tu conosci
l'ambizione dell'uomo fin da quando uscì dalle mani del Padre: fare a meno del
Padre. Così poteva rinnegarsi come figlio e dichiararsi
padre di se stesso.
Così nessuno
poteva dichiararsi suo fratello. Così nessuno poteva pretendere di spartire con
lui l'eredità della Terra!
Anch'io,
Signore, mi sento padrone indiscusso della mia vita. Padrone, anzitutto, di
quello che mi sono guadagnato,
stipendio, pensione, prestigio: li ho sudati ed ora mi appartengono.
Padrone insindacabile del mio tempo: lo posso
impiegare o perdere come voglio.
Padrone del
mio cuore: ne tengo gelosamente la chiave e domando passaporti, perfino a te
Padrone della mia vita: i miei diritti sono miei.
Io sono mio.
Mi scappa di esclamare: "Giù le mani, anche Dio, anzi, Dio per primo! Giù
le mani dalla mia vita!"
Tu volevi che ti rendessi conto della mia
vita, tempo, denaro, salute, non perchè Tu volessi ficcare il naso nei miei
affari, ma perchè dalla mia vita ne traessi il più tanto bene, la più tanta gioia
possibile!
Insegnaci,
Signore, ad accettare i tuoi messaggeri nella vigna della nostra vita,
riconoscendo in alcune persone precise accanto al nostro cuore, i portavoci del
tuo cuore.
Insegnami,
Signore, il gusto di sentirmi "ispezionato" ogni sera dal Tuo sguardo
affettuoso e inesorabile, durante l'attimo preziosissimo dell'esame di
coscienza.
Salvami dalla sventura
dell'autonomia assoluta, pagata con la solitudine assoluta!
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