Matrimonio: una favola d'altri tempi? - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Matrimonio: una favola d'altri tempi?

M > Matrimonio
Ger. 2,33: "Impara a scegliere la tua strada in cerca d'amore"
L'amore gratuito. Esiste?
Sapendolo o no, facciamo un pò tutti il nostro interesse, quello che ci piace. Qualcuno vive per mangiare, un altro per lavorare, un altro per sciare, un altro per scopare, un altro per farsi santo, ma tutti cerchiamo il nostro interesse.
Oppure: Gesù ha detto che qualcuno ha un Amore così grande per quelli che ama da saper dare la vita per i propri amici. Esiste un fidanzato che ama così tanto e gratuitamente la sua ragazza che se capisse che un altro saprebbe farla più felice, penserebbe certamente a farsi da parte.
Tu: caso, conquista, o dono?
Ti ho trovato per caso. Ti sono piaciuta. Il cuore ti è balzato in petto. Poi ho saputo come piacerti. Ti ho dimostrato quanto valevo. E ti ho conquistato!
Oppure: Qualcuno ha mosso i nostri passi fino a incrociarsi. C'era un piano sul nostro incontro. Come c'è un piano di Provvidenza su tutte le circostanze della nostra vita, le più luminose come le più terribili. Quella sera ho capito che tu eri il regalo di Qualcuno per me. Allora ti ho accolto come un dono. Un dono preziosissimo perchè mi venivi incontro accompagnata dalla mano invisibile di Dio. Allora mi sono inginocchiato fissando sopra la volta stellata e ti ho detto "grazie!". E ho imparato un nuovo modo di abbracciarti, con la passione e il rispetto di chi tocca un corpo che porta in cuore l'impronta dell'Altissimo!
Tenerezza profonda: infantilismo o maturità?
Ricordo quando, da piccola, pregavo volentieri. Quanto aspettavo i doni di Gesù Bambino. Quando cantavo con entusiasmo le canzoncine di Chiesa. Quando accendevo la candela mentre Nonna mi teneva per mano. Quando sfogliavo l'album delle foto per dare i bacini ai miei Defunti. Quando mi inginocchiavo di fronte a un prato fiorito. Quando entravo in Chiesa per ascoltare il silenzio. Quando mi ero fermata a raccontare a Gesù i miei segreti nel giorno della Prima Comunione. Quando ho accarezzato la bara dello zio dicendogli "arrivederci!". Quando dicevo le preghiere alla sera chiudendo gli occhi davanti al Crocifisso per fare l'esame di coscienza e domandargli scusa... Erano tutti momenti belli. Li rimpiango anche.
Ma poi sono cresciuta. Ho capito che erano belle favole, ma favole. Ho capito che siamo soli a questo mondo, senza chissà quali angioletti custodi che non riescono ad evitarci il tamponamento con quello stupido davanti che rallenta improvisamente per guardare le gambe di quell'oca sculettante. Nella vita bisogna rimboccarsi le maniche e spalancare gli occhi, altrimenti resti schiacciato come un fiorellino sotto il caterpillar. Era bello. Ma ora sono grande. Mi verrebbe anche voglia di tornare piccina, ma non posso cedere a questa debolezza.
Oppure: quei momenti di bimba, dipinti certo di tanta ingenuità, nascondevano la chiave d'ingresso alla vita vera, racchiusa dentro la favola vera dell'Amore! E Tu Gesù, hai detto che la più grossa e preziosa fatica che possiamo fare noi grandi è quella di sforzarci per ritornare bambini!
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