L'accolto salva chi l'accoglie - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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L'accolto salva chi l'accoglie

A > Accoglienza
Eb. 13,2: "Hanno accolto degli angeli senza saperlo"
Adesso o un giorno
L'Altro è uno con il quale sono chiamato a desiderare sempre di poter adesso o un giorno pregare insieme perché proprio nel momento della preghiera comune sperimento una comunione e una intimità che non proverei altrimenti. Talvolta risulta impossibile, magari per anni, o per sempre: anche allora non spegnerò quel desiderio che diventa sofferenza feconda per l'Altro che amo, e per me che lo amo!
Mi discute
L'Altro mi discute. Il suo comportamento e la sua stessa persona mi mettono in crisi di conversione, mi verificano, rivelano le mie debolezze, smuovono le acque stagnanti della mia vita, delle mie pigrizie, mi scampano dalla mia "santa" cioè diabolica pace! L'Altro è fonte di insicurezza. L'Altro mi cambia le carte in tavola. L'Altro scombina gli equilibri e le paralisi della mia vita. Ecco perché tante famiglie sono chiuse come gabbie dorate: per paura di accorgersi della differenza fra tranquillità e felicità! Così l'Altro mi converte! L'Altro diventa il provvidenziale cilicio della mia povera vita!
Discernimento
L'Altro è un progetto, un sogno del Signore. Ma lui spesso non lo conosce. Anzi, spesso neppure lo cerca. Allora l'Altro è uno per il quale devo domandare io quale sia il sogno di Dio per lui, per potermi muovere non secondo la mia testa ma secondo il cuore di Gesù. Così l'Altro diventa domanda di discernimento per me! E domandando luce per l'Altro imparo a domandare luce per me stesso. Direttamente al Signore, e ai fratelli che stimo. Il numero dei fratelli/sorelle ai quali posso domandare luce per la vita di un Altro e per la mia vita sono la misura della mia compagnia o della mia solitudine nella mia vita!
Da liberare
L'Altro è un po' sempre Uno da liberare. Ciascuno di noi vive le sue paralisi, i suoi blocchi, le sue paure.
Ma la vicinanza di una persona accogliente, la presenza di un cuore caldo e sereno, ecco che scioglie come ghiaccio al sole le nostre chiusure, i suoi strangolamenti, le sue paralisi. Io voglio essere per chi incontro sempre meno uno che blocca, uno davanti al quale devo assumere una maschera per essere accettato. Voglio diventare uno la cui presenza libera nell'Altro tutte le potenzialità di bene e di bellezza che teneva racchiuse in cuore. Voglio che la mia accoglienza gli faccia trovare il coraggio di liberare e fiorire tutti i semi buoni che il Signore ha seminato nella terra buona del suo cuore!
Novità: controllo e misura
L'Altro è sempre nuovo, anche se la sua vita è sempre uguale, perché il Signore gli rivolge sempre parole nuove alla sua vita, anche se lui è sordo. Così io pure avrò verso di lui occhi sempre nuovi al punto che io saprò leggere in lui quelle novità che neppure lui stesso scopre. La scoperta delle novità nell'Altro diventa così allora controllo e misura della vivezza del mio sguardo spirituale. L'Altro è perenne meraviglia! Anche e soprattutto in famiglia! Che incanto vivere accanto a chi ogni mattina si stupisce di incontrarmi!
Insofferenza, insofferenza
L'Altro chiude spesso il suo cuore al Signore e forse anche a me. Allora io trasformo l'in-sofferenza spontanea per le sue chiusure in sofferenza perché lui chiude il cuore al Signore, al suo prossimo, alla sua crescita. Se l'Altro mi desse uno schiaffo io non saprò soffrire perché mi ha dato uno schiaffo ma soffrirò perché lui ha dato uno schiaffo a qualcuno, e perciò al Signore. L'Altro diventa allora sofferenza per me. La misura della mia sofferenza per lui diventa la misura della mia passione apostolica. La misura invece della mia sofferenza al male che uno fa a me, unita alla sofferenza per il fatto che lui faccia del male a qualcuno, io o altri non importa, diventa la misura di quanto per me Dio sta prima dell'io!
L'accoglienza via alla gioia!
Ogni Altro accolto nel mio cuore, nel mio orologio, nel mio portafoglio, nella mia casa, alla mia mensa, dilata il mio cuore. Più il cuore è grande, più è ricco, più c'è posto per la gioia e la fantasia!
Così anche per noi, come per Maria l'accoglienza diventa la via alla gioia!
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