Felicità: degli altri
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Sir. 37,4: "Il vero amico si rallegra della felicità dell'amico"
Salvami,
Signore, dalla felicità finta di un cuore piccino, un cuore che si grogiola
delle proprie piccole gioie, sordo e cieco davanti alle gioie degli altri.
Salvami dal
pericolo di vivere barricato nella pigrizia dorata della mia casa, nella
cerchia asfittica dei miei pochi amici, nella intimità gelosa e golosa della
mia famigliola.
Insegnami il
gusto per il rischio di desiderare la gioia degli altri come la mia_ Insegnami
il rischio di trovare la mia gioia soprattutto nel godimento della gioia di chi
mi sta intorno, moltiplicando i posti a sedere attorno alla tavola del mio
cuore.
Insegnami a
guardare con malcelata compassione gli amici che passano
"serenamente" la domenica blindati nella propria casetta o ridanciani
al ristorante con i propri amici superficiali di sempre, senza allungare gli
occhi e riempirsi il cuore della gioia del prossimo.
Fammi capire
il pericolo che corro quando tengo la mia gioia soffocata nel mio cuore
piccino, come un fuoco tappato nel caminetto.
Dona anche a me, Signore, un cuore capace di appassionarsi dei sentimenti
che vivono nel cuore degli altri.
Davvero
vorrei, Signore, come dice l'Apostolo Paolo, ridere con chi ride e piangere con
chi piange; Insegnami a saper domandare al mio cuore i sentimenti che vorrei provare,
così da poter ridere e piangere da un momento all'altro, per condividere con
uno la gioia e, subito dopo, con l'altro il pianto. E tutto sinceramente, senza
artificio.
Dònami,
Signore, un cuore libero di volare, libero di amare, libero di esultare, libero
di prendere a braccetto la gioia di tutti, soprattutto quando è una gioia che
io non potrò provare mai.
Insegnami a
vivere una vita fatta delle tante vite degli altri, succhiandone con coraggio
gioie e dolori, anticipo in terra di quel tuo Cielo: lì vivremo tutti nella
gioia del Tuo cuore dove palpiteremo tutti del cuore di tutti: incantami di chi
vive così in terra l'anticipo del cielo!