Gratuità: come festa
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Gv. 2,1: "Gesù era invitato a festa con i suoi Amici".
Grazie, Signore, perchè il primo prodigio
delle tue mani divine non l'hai operato per restituire un morto alla vita, per
moltiplicare i pani per la folla affamata, per restituire il passo a un
paralitico, ma hai regalato la tua prima onnipotenza ad una festa di nozze:
volevi dirci
che non eri venuto ad appesantire la legge antica, ma per fare della vita una
festa, e della vita eterna una festa senza fine: voglio cominciare anch'io ogni
giornata non come un compito ma, nonostante tutto, come una vacanza!
Certamente Tu
hai camminato verso la croce e ci hai invitato a seguire i tuoi passi, ma già
intuivi il "lieto fine" della tua resurrezione e ne traevi l'entusiasmo
per vivere appassionato e giocoso il breve tragitto del tuo viaggio in mezzo a
noi.
Insegna anche
a me ad attraversare la siepe pungente di questa foresta, raccogliendo con esultanza
ogni fiorellino che ne spunta, fisso lo sguardo al giardino di eterna primavera
che ci aspetta.
Tu che non ti sei mosso dal tuo cielo per una piacevole passeggiata, ma per
l'indispensabile salvezza da una sicura nostra sconfitta, hai inaugurato l'avventura
del tuo Amore sanguinante toccando con la tua mano il superfluo, l'inutile, il
gratuito di un buon vino spumeggiante, simpatizzando con la gioia di due sposi.
Insegna anche
a me, Signore, ad apprezzare non solo il necessario ma anche il gratuito: il
pane in tavola e certamente necessario, come il fieno nella greppia della
stalla, ma soltanto l'uomo apprezza la vista dei fiori che l'adornano, senza
divorarli come l'animale!
Tu che hai ascoltato la
voce sommessa di Maria, donna presente sempre e quasi sempre silenziosa, umile
e necessaria come l'ombra del tuo sole, insegnami ad ascoltare palpitante il
silenzio di tua Madre, a incantarmi del suo candore, a invidiare la sua fede; a
implorare, come a Cana, la sua intercessione; a generarti come lei, che ti
concepì in cuore prima che nel grembo; a restare come lei in piedi accanto alla
croce; a venerare questo mio fragile corpo peccaminoso, riconoscendolo
destinato domani a quella festa che agli inizi fu sua e dopodomani risplenderà
nella gloria per sempre!