Sesso: per santificarsi fisicamente
S > Sesso
Gen 1,27: "Maschio
e femmina Dio li creò".
Quando non è un bisogno ma tenerezza di un dono.
Quando il gesto del dono celebra la volontà di giocarsi la vita per
l'altro.
Quando il piacere genera la sensazione di perdersi nell'altro.
Quando mi sono prima inginocchiato davanti all'altro, invenzione e
frammento di Dio.
Quando l'altro non è mia conquista ma trepidante dono dell'Altissimo.
Quando il ritmo del mio fisico si sintonizza col ritmo del suo fisico, cioè
del suo cuore.
Quando è fecondo sempre, talora nel grembo, nel cuore sempre dell'altro che
ne trae coraggio di altri doni a chi non ne ha.
Quando nel gesto trova spazio gaudioso il grazie all'Inventore.
Quando il gesto celebra il dono di una giornata donante.
Quando il gesto mi fa capace di sognare per me, per l'altro, per noi, per i
figli, per_ il mondo.
Quando l'intimità dell'abbraccio vorrebbe dilatarsi all'abbraccio dei mai
abbracciati.
Quando il gesto viene confusamente vissuto come anticipo dell'abbraccio
definitivo di Dio.
Quando la perfezione del gesto è attesa con impazienza nel regno dei cieli.
Quando l'intimità nascosta del gesto vorrebbe bussare alla porta del
mistero dell'altro.
Quando il gesto è vissuto così libero da lasciarsi in quel momento guardare
dal sorriso di Dio.
Quando le tenerezze sono talvolta così quotidiane da non richiedere il
gesto.
Quando, come dice l'Apostolo, si può sostituire o precedere il gesto con la
preghiera.
Quando, avanzando l'età, il gesto perde in esuberanza ma conquista in
profondità.
Quando avverto che una perenne infermità dell'altro crocifiggerebbe il mio
fisico, non il mio cuore.
Quando il gesto offre all'altro tutta la conferma di stima di cui ha
bisogno.
Quando col gesto scopro finalmente nell'altro la mia propria bellezza.
Quando dopo il gesto guardo il mondo con occhi più luminosi: è valore
"politico".
Quando l'astenersi dal gesto genera nuove impensabili tenerezze.
Quando ricordo che è stato aperto alla creazione di un immortale.