Forza: e debolezza - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Forza: e debolezza

F
Mc 3, 7: "Tu sei figlio di Dio". Ma Egli non voleva che lo manifestassero.
Incàntami, Signore Gesù, non tanto della tua onnipotenza, quanto piuttosto del tuo sguardo, divinamente tenerissimo, e intenerente!
Tu, l'Onnipotente; tu che avevi fatto risorgere Lazzaro; tu che saresti risorto tu stesso, ecco che tu sei venuto incontro a noi nella debolezza del bimbo e dell'uomo e perfino del morente, sulla croce! Eppure noi ci lasciamo affascinare dai forti. Noi viviamo il fascino travolgente della forza in tutte le sue maschere: la forza fisica del campione vincente, la forza economica del manager semionnipotente. Donami una repulsione istintiva per l'uso della violenza: la risposta secca, lo strapotere del mio vocabolario, la forzatura attraverso un'alleanza che conta, lo sguardo feroce e trafiggente, il "muso" prolungato, la grinta del mio carattere, il peso della mia posizione sociale, il temperamento irascibile, l'autorità fatta pesare... e la sicurezza stessa della mia fede.
Ogni volta che vinco con la violenza rivelami sconfitto da me stesso, travolto dalla belva che mi abita.
La forza psicologica di chi ti fissa i suoi occhi nei tuoi e ti costringe ad abbassarli, della forza intellettuale che intimidisce la parola del semplice.
Liberami dalla paura e dal fascino delle persone forti. Liberami dal fascino della mia forza, vera o presunta.
Offrimi di incontrare persone che in tanti modi avrebbero potuto dimostrarsi forti e autosufficienti ed hanno invece preferito presentarsi deboli, disponibili perfino a lasciarsi amare.
Insegnami a lasciarmi amare non solo nelle avversità ma anche quando mi sento forte: fammi così copiare nella mia debolezza il modello della tua Onnipotenza: infatti perfino tu, l'Onnipotente, ti lasci amare dal nostro cuore di fango.
Mostrami come la forza sia spesso l'arma del fragile, mentre una solida tenerezza è il gesto del forte.
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