Speranza: solo nel Risorto - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Speranza: solo nel Risorto

S > Speranza
Lc 24,1-12: "Perchè cercate fra i morti colui che è vivo?".
Salvami, Signore, da una resurrezione a buon mercato! Salvami, Signore, dalla facile contentatura di sentirmi risorgere nel ricordo di quelli che amo, di quelli che mi amano: il loro cuore conserva soltanto l'ombra del mio volto!
Salvami, Signore, dalla volontà di sopravvivere nella carne e nel sangue dei miei figli, dei miei nipoti, affidando alle loro mani i progetti che le mie non hanno avuto il tempo di realizzare: anche la loro carne è polvere al vento come la mia.
Salvami, Signore, dall'illusione di sopravvivere nelle cose che posso lasciare, dalla casa per i figli, ai messaggi che consegno ad essi con l'esempio della mia vita, con le parole sul mio letto di morte: anche le piramidi sono solo sassi.
Salvami, Signore, dal contentarmi di sopravvivere in quel pezzo di mondo che posso lasciare migliore di come l'ho trovato: voglio spendermi appassionatamente per il progresso vero di questo mondo, ma non riesco a pensarmi una goccia nell'oceano.
Salvami, Signore, dal fascino del "tutto" così simile alla vertigine del nulla: non posso credermi venuto dal tutto e votato al nulla, in un Nirvana senza volto, in un abbraccio universale senza sguardi amati ed amanti!
Salvami, Signore, dal guardare questa materia cieca sospinta in perenne evolutiva rincorsa verso un irraggiungibile traguardo, dall'atomo, fmo all'uomo capace di clonare se stesso o estinguere la propria specie: io non sono una specie, io sono uno "speciale"!
Salvami, Signore, dalla pur preziosa orientaleggiante suggestione di rincorrere me stesso di essere in essere verso la definitiva purificazione di un Nirvana: io non sono un essere. Io sono!
Concedimi di "sentire dentro" che ogni "morte", ogni oltraggio, ogni emarginazione, subite per seguirti, "pagate" per il Regno, non mi scaraventano nella notte della disperazione ma già in quella notte, quand'anche i miei occhi vedessero solo notte, in quella notte già, magari invisibile, si apre all'orizzonte lo spiraglio dell'alba.
Concedimi di "sentire dentro" che anche tutto l'oceano sconfmato di lacrime e di sangue sul quale galleggia la storia dell'umanità, e un poco la mia storia, non è acqua sporca da eliminare in chissà quale fogna dell'Universo: le lacrime e il sangue versati con Amore diventano, in te Risorto, rugiada preziosa per irrigare il deserto della nostra storia e farne fiorire fiori di qui e frutti "di là".
Concedimi di "sentire dentro" la presenza della tua Resurrezione all'opera del mondo, nei Sacramenti, in ogni gesto di "sacrificio per l'altro" e perfino nella croce di tutti i sofferenti, crocifissi della nostra storia, da predicare coraggiosamente la speranza allo sfruttato oppresso, al vecchio abbandonato, al malato che morsica le lenzuola dal dolore.
Concedimi di "sentire" tanto dentro la tua Resurrezione da tentare di annunziarla anche al moribondo che non sa di essere moribondo, svelandogli la porta che sta per attraversare!
Grazie, Signore Gesù, perchè hai promesso che la tua resurrezione diventerà, anzi, sta diventando, resurrezione della storia. E mia. Unica. Per sempre!
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