Fede: con cuore "femminile" - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

+39.3355871744
bonzaniprospero8@gmail.com
L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
www.personalismo.it
Vai ai contenuti

Fede: con cuore "femminile"

F > Fede
 
Gv. 21,16: "Gesù le disse: "Maria!" ed ella "Maestro!"
 
Beata tu, Maria, che hai trovato il coraggio di correre al buio, da sola, alla tomba del tuo Signore. Insegna, Signore, anche a me il coraggio delle follie per venirti incontro nella solitudine, quando la folla scuote la testa osservando sconsolata i miei passi.
 
Beata tu, Maria, che non hai ceduto alla curiosità di varcare la soglia della tomba, ma hai ricordato la comunità che ti aveva custodito nella fede, attorno alla roccia di Pietro. Insegna anche a me l'umiltà dell'unità, proprio nei momenti di più lucente illuminazione!
 
Beata te che sei rimasta a piangere accanto al sepolcro, mentre gli altri se ne tornavano delusi a casa propria. Insegna anche a me la passione e la ferita del fallimento apostolico, quando gli altri si consolano con la distrazione dell'hobby o anche con il calduccio dell'intimità familiare.
 
Beata te che, donna, hai creduto prima di tutti gli uomini al nuovo corso di tutta la storia, tua e del mondo: conferma tu le donne nel preziosissimo e fiero primato nella fede.
 
Beata te che, alle parole stesse di Gesù "perchè piangi", e alla visione di lui scambiato per il giardiniere, non hai acceso la scintilla della fede: consola tu le nostre annaspanti intelligenze quando non riescono a vedere altro che quello che si vede!
 
Beata te, Maria, che ti sei sentita chiamare per nome ed hai così riconosciuto il tuo Signore: dona anche a me il desiderio struggente di momenti specialissimi di parola interiore capaci di far palpitare il mio povero cuore, aprendolo agli orizzonti della fede!
 
Beata te, Maria, che voltata prima chissà dove, hai trovato il coraggio di girarti a fissare diritto negli occhi il tuo Signore, chiamandolo Maestro, rinnovandoti sua discepola: insegna anche a me, Signore, il coraggio di fissarti indifeso negli occhi, disponibile alle sorprese della tua voce, ripetendoti imprudentemente: "parla Signore, la tua serva ti ascolta!"
 
Beata te, Maria, che hai saputo abbracciare il tuo Signore senza stringerlo, senza trattenerlo, riconoscendo ormai in lui non più lo zingaro di Galilea, ma colui che tornava al Padre, per effonderne lo Spirito: insegna anche a me a coniugare nei tuoi confronti, Signore, i gesti della più dolce intimità con l'atteggiamento della più trepidante adorazione!
 
Beato come te, Maria, chi è tanto sapiente de credere che il cuore, illuminato dall'alto, arriva là e prima, dove la ragione da sola non arriva.
www.personalismo.it  per segnalazioni postmaster@personalismo.it
Torna ai contenuti