Mondialità: comincio io - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Mondialità: comincio io

M > Mondialità
Mt.8,11: "Molti verranno da Oriente e da Occidente".
Come pretendere, Signore, che gli affamati dell'"altro mondo" restino a morire dove sono nati, oggi che l'antenna satellitare spunta assai spesso da quelle capanne di fango, spiattellando il nostro cannibalismo, il nostro benessere abbeverato al sangue degli Ultimi?
Non permettere, Signore, che davanti ali" onnipotenza" dell'economia mondiale, i tuoi figli, i credenti, alzino bandiera bianca, rinunziando alla speranza, cominciando dal boicottaggio degli acquisti al supermercato, unendoci a quei pochissimi che pure combattono sotto altre bandiere la stessa battaglia per un mondo meno sanguinario? Hai detto o no, Signore, che tu sei il "Dio dell'impossibile"?
Non fermarmi, Signore, davanti al pensiero che la maggior parte di questi stranieri sono effettivamente pericolosi, falsi, profittatori e disonesti.
Non fermarmi neppure davanti al pensiero che le soluzioni radicali sono soltanto quelle politiche, con tutti gli enormi margini di intrallazzo che comportano.
Spalanca tu, Signore, i confini ristretti delle nostre attenzioni, spesso sequestrate dai confini angusti della nostra famiglia, del nostro "giro" di amici, del nostro sguardo miope e asfittico, aprendoci il cuore al Diverso e allo Sconosciuto.
Non guarderò il Diverso e lo Straniero come invasori, come ladri del nostro lavoro, come sovraffollamento delle nostre carceri. Voglio credere nello scambio di civiltà.
Grazie, Signore, per averci chiamato a vivere nella Chiesa "Cattolica", cioè universale. Concedici di vivere realmente nella Chiesa Cattolica con cuore cattolico, cioè universale.
Tu sai, Signore, come ciascuno di noi si sente protetto da coloro che, intorno, gli vogliono bene. Protetto dalle amicizie di cui dispone, protetto dalle mura solide, calde, rassicuranti della propria casa, protetto dalla sicurezza dei sentimenti della propria famiglia, dei propri amici.
Tu sai, Signore, come io guardi il "Marocchino" per strada con sguardo benevolo e paternalista, forse perfino intenerito, fino a che non bussa alla porta della mia casa.
Tu sai che quando mi svela la situazione drammatica di solitudine e di abbandono in cui vive, il prezzo strozzino che paga per vivere in un garage, la separazione senza telefono dalla propria famiglia, allora lui riesce a bussare alla porta del mio cuore: ecco che allora non lo sento più invasore della mia vita, della mia tranquillità, della mia pace crudele.
Insegnami a misurare l'età delle persone, a valutare la giovinezza del loro cuore, dal coraggio e dall'entusiasmo con cui escono dalla prigione del loro mondo "piccino", aprendosi alla novità degli sconosciuti, tuo dono sempre nuovo per chi ti cerca.
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