Morte: ricordarsene, per vivere vivi - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Morte: ricordarsene, per vivere vivi

M > Morte
1Cor.7,29: "Il tempo ormai si è fatto breve"
Signore Gesù! Come ai tuoi tempi, così anche a noi dà certamente fastidio sentirti parlare della morte: è sempre un pensiero di disturbo. Tutt'al più mi ricordo che gli altri devono morire, e mi dispiace per me.
Tu ci conosci: pur convinti che la morte è l'unicissima cosa certa della vita, e tuttavia viviamo, considerandoci praticamente immortali!
Instilla nel midollo delle nostre ossa una sempre bruciante e quotidiana, lucida, assillante intolleranza, davanti al pensiero che la morte possa essere la fine del libro di questa vita, anzichè del capitolo. Signore Gesù: donaci il coraggio di ascoltarti con attenzione, pur dinnanzi alle beffe di chi ci guarda ascoltarti, mentre proclami: "chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte!".
Dona, Signore, alle persone che amo, il bisogno impellente di confrontarsi costantemente con l'incubo della morte, propria e altrui, così da poter vivere quattro quarti d'ora vivi ogni ora della giornata! Donami di avvertire come fragili e imperfette le amicizie con cui non ho condiviso il brivido e la rabbia, la ribellione e la speranza davanti allo spettro della morte!
Fammi davvero sentire la morte anzitutto come vera nemica, per irritarmi e ribellarmi, gettandomi nella speranza della fede con la forza della disperazione.
Fammi giungere, con Francesco, a chiamare sorella la morte, perchè ci schiude l'uscio di casa tua, che di qui abbiamo sempre spiato con angosciosa impazienza.
Fammi sperimentare il rispetto e il palpito che fioriscono tra le persone capaci di sentirsi di passaggio in questo mondo.
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