Spendersi per il Regno: è fecondo

Gv 15,5: "Chi rimane in me fa molto frutto".

Troppe volte, Signore, abbiamo l'impressione che tutto il nostro affannarci per te, dalla famiglia, alla scuola, al lavoro, alla parentela, ai Poveri, veri e più spesso finti, sia come scrivere sull'acqua. Ci sentiamo i Don Chisciotte del momento. E quel che è peggio è che Tu dai, sulle prime, l'impressione di non muovere un dito per remare sulla tua e nostra barca, mentre le onde ci travolgono.

Vorremmo anche noi almeno per un tratto, camminare sulle acque, anche a costo di sprofondare poi sentendoci rimproverare da Te "uomo di poca fede! Perchè hai dubitato?" E invece neppure questo! Grazie, Signore Gesù, per questo Evangelo in cui ci assicuri che "il grano, caduto in terra, e dimenticato, non muore!".

Insegna a noi pure la via della gioia quando tentiamo di cadere per "la causa", tentiamo di rimetterci di tasca propria, il proprio denaro, il proprio tempo, e la propria salute.

Salvami dal sottile sospetto che il nostro impegno sia inutile, quando chi potrebbe apprezzare i nostri sacrifici non se ne accorge, quando ci sembra di lottare contro i mulini a vento!

Salvami, Signore, dalla tentazione di pensare che S. Lorenzo poteva essere più intelligente e salvare la pelle per far del bene dopo!

Prendimi per mano, Signore, e ripeti al mio cuore che il grano caduto in terra e marcito, scomparso, prima o dopo, qui o chissà dove, darà molto frutto!

Ricordami, Signore, che non è neppure la sofferenza, fisica o morale, che impressiona e sconvolge, ma soprattutto ci travolge il sospetto che la sofferenza sia inutile!

Signore Gesù! Grazie perchè ci hai detto che non è vero!

Tu ce ne scampi: il grano caduto per terra, darà molto frutto!