Miracolo: il più impensabile. La Resurrezione
M
At.2,37: "All'udir questo si sentirono trafiggere il cuore".
Grazie, Signore Gesù, perchè mi hai messo in cuore il bisogno di credere ai miracoli, il bisogno di credere che non siamo una macchina messa in moto chissà quando e chissà da chi, fatta per procedere inesorabile lungo i millenni-luce fino al dissolversi finale.
Così voglio credere alla resurrezione. Voglio credere che il tuo passaggio in mezzo a noi non è stato un'allucinazione di dodici sempliciotti visionari. Nè loro, nè le donne che ti inseguirono risorto.
Voglio credere che "qualcosa" di stranissimo è certamente accaduto: voglio credere che i Tuoi miracoli di bontà e di misericordia volevano addirittura svelare il volto di bontà e di misericordia del Padre, creatore dell'Universo!
Voglio credere che, imbrogli e fantasie a parte, esistono ancora oggi dei segni visibili del tuo costante incrociarsi con i nostri passi.
Voglio credere che già l'occulto e la magia di sempre, riscoperti da quest'uomo informatico, inducono a pensare che uomo e mondo non sono un'afferrabile equazione matematica, ma sono abitati da un Mistero. Voglio credere che la conversione dei Santi, e mia, non è solo un lapsus della psiche, ma è anche miracolo delle tue dita: il più convincente!
Ma la tua e nostra Resurrezione? Portami su quell'orlo della disperazione da dove intuisco, che, se esiste la Resurrezione, come diceva Einstein, tutto il resto è un dettaglio!
Insegnami a sperimentare che proprio l'interrogativo sulla tua Resurrezione e sulla nostra vita eterna ci abilita a vivere questa nostra vita di adesso, più intensa, più attenta, più preziosa, più esigente, più appassionata e più felice!
Dònami di desiderare intensissimamente che Tu sia risorto davvero, e per noi pure ce ne sia speranza. Così da poter guardare a questi 100 anni di vita mia e di chi amo come un microscopico millimetro dal quale dipende l'eterna semiretta della vita senza fine.