Gioia: nonostante tutto (Sap8)
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Sap. 8,16: "Riposerò vicino alla Sapienza: in sua compagnia il dolore fiorisce in gioia!"
Ti ringrazio Signore, per l'incontro di quelle persone luminose che, pur accerchiate e oppresse dalle difficoltà di salute, di famiglia, di lavoro, sanno attingere al loro cuore forza necessaria per fermarsi a raccogliere i fiorellini che spuntano sul loro Calvario.
Ti ringrazio per quelle persone che proprio nel crogiuolo della sofferenza, anziché lasciarsi marcire, sanno maturare il gusto di farsi attenti alle finezze di rapporti, al fascino dei colori, all'incanto della musica, alla gioia delle attenzioni da parte degli altri.
Ti ringrazio per quelle persone che proprio dall'esperienza della propria croce hanno imparato a farsi attenti alla croce degli altri.
Ti ringrazio per quelle persone che non hanno aspettato il sole dell'alba per aprire il proprio volto al sorriso, ma già durante la notte hanno saputo sorridere al buio, ricordandosi che il sole, un giorno, sarebbe spuntato!
Ti ringrazio, Signore, per quelle persone che, pur distanti dalla pratica religiosa, sentono in cuore, proprio nel vicolo cieco di una sofferenza senza scampo, una passione bella e forte per la vita, capaci di gioire per le gioie che ormai saranno solo degli altri e non più nostre.
Ti ringrazio, Signore, per tutte le persone che hanno saputo lasciarsi fermare dal dolore, fermare per pensare, per capire, per cogliere, per accorgersi, per approfondire e per godere, come nella fretta del buon vento non avevano mai saputo fare.
Insegnaci, Signore, a ringraziarti per tutti i tuoi doni, ma a scoprire anche nelle più gravi avversità non solo lo schiaffo del destino ma anche la carezza del tuo incomprensibile amore.
Insegnami a non ribellarmi al dolore alzando il pugno chiuso verso un cielo vuoto, nella disperazione e nella bestemmia, ma ad inginocchiarmi invece umilmente davanti ad una croce che spero ardentemente di scoprire un giorno, di qua o di là, inaspettatamente luminosa.
Fà del mio dolore strumento di conversione per cogliere, dalla perdita di qualcosa, la caducità del tutto, afferrando senza stringere le cose e le persone che mi restano.
Dalla ferita del mio cuore alza il mio sguardo verso di te, Signore, fissando in te Colui che so che sa il perchè e l'utilità del mio dolore, per sè e per altri: dal dolore alla preghiera, anziché alla bestemmia. Ispirami il coraggio, nel momento in cui dovessi forzatamente perdere qualcosa di prezioso, di sentirlo come una spinta verso la rincorsa a disfarmi liberamente di qualcosa che ancora posseggo, in cose o in tempo, per amore di chi non l'ha mai avuto.