Intimità: col Signore
I > Intimità
Sir. 45,5: "Lo introdusse nella nube oscura".
Tu hai detto "ti amerò e mi svelerò a
te" per dirmi che l'ascolto di te mi avrebbe regalato fin d'oggi
quell'intimità felicitante che assaggio fugace nelle intimità affettuose della
mia vita!
Grazie per aver messo
sui miei passi qualcuno che me lo ha svelato, tacendo luminoso.
Tu ci vuoi
tutti, dal ministro all'operaio, mistici, contemplativi dentro il vivere
quotidiano, perchè tu ami e ti sveli, come chi ama si svela e si lascia
guardare da chi è amato, nella sua intimità!
Forse che
rimandavi l'abbraccio definitivo al tuo Cielo senza promettermi fin d'oggi la
Tua carezza? Grazie, Signore Gesù, perchè nel deserto freddo, buio e faticoso
della mia preghiera, fiorisci talora tra i sassi il fiorellino profumato della
tua presenza sensibile in me, come chi ama si sente abitato da chi ama anche se
la distanza li separa!
Non potrei
crederti fuori di me se talora non ti avessi scoperto dentro di me, compagnia
quando ogni compagnia non poteva farmi più compagnia, come quando chi amo mi è
accanto ma addormentato! Grazie Signore perchè la fugace, rara ma
indimenticabile esperienza del Tuo abbraccio interiore fiorisce quell'armonia
nuova, capace di più teneri e più profondi abbracci a chi abbraccio.
Accogli la sofferenza di non avere chi mi
abbracci condividendo con me l'esperienza e lo stile del Tuo abbraccio,
Signore.
Tu hai detto che ti saresti fin d'oggi
manifestato. Ma mentre urlo nel silenzio chiamandoti per nome, null'altro
ascolto che l'eco di vento del mio grido. "Non temere piccolo" mi
rispondi tu, con Agostino. "Riconosci nella tua sete di me il primo sorso
della mia acqua. Poi un giorno, la fonte!".