Esperienza: sentimentale di Dio (Mc9)
E > Esperienza
Mc 9,2: "Si trasfigurò davanti a loro".
Voglio
ragionare, Signore, come un uomo, una donna del mio tempo: voglio arditamente
confrontare la tua Parola con le parole del giornale e i numeri del computer:
non voglio farti il torto di trattarti come uno sciocco al quale si permette di
dire tutto quello che vuole perchè intanto non conta nulla!
Ma tu,
Signore, una volta che ho ragionato e spalancato gli occhi per tutto vedere ed
esaminare, tu dammi il coraggio per chiudere gli occhi. Allora sarà come quando
l'innamorato cerca delle prove prima di lasciarsi andare tra le braccia della donna
che ama, ma poi è lì, tra le sue braccia che cerca e forse trova quella prova
che tutte le prove precedenti avevano solo fatto intravvedere.
Presentati,
Signore, al mio cuore, non come una dottrina da imparare, e neppure come una
morale da osservare. Io voglio incontrarti come una persona, provando almeno
talvolta il sobbalzo di quando i miei occhi, alzandosi, si accorgono che erano
da tempo guardati da uno sguardo amoroso.
Ti prometto,
Signore, la fedeltà nella preghiera anche durante la notte oscura dell'aridità,
ma tu permettimi, in quella notte, spazzate un momento le nubi, di intravvedere
almeno per un istante le stelle lucenti: quegli attimi in cui la preghiera
diventa anche sentimento.
Dammi quegli
attimi di magico silenzio dopo la consacrazione eucaristica allorchè sobbalzo
al saperti commestibile davanti a me. Quegli attimi di travolgente esultanza
quando abbraccio per la prima volta il frutto del mio grembo, e sento che non
l'ho fabbricato io. Quegli attimi di melodia nel canto del monastero dove le
monache sembrano farci eco qui in terra alla danza degli Angeli in cielo.
Quegli attimi
di sollievo nel sentirmi abbracciato dalla misericordia del Padre-dopo
l'assoluzione del Sacramento, così simili agli attimi dell'abbraccio di chi mi
ama: anche allora le braccia del Padre si allungano attraverso le braccia di
uomini o donne per stringere il mio cuore.
Quegli attimi
in cui mi chino sul Povero puzzolente e lo sento profumato di eterno; quegli
attimi in cui, nell'ebbrezza della felicità, l'avverto, indispettito, precaria,
e sento che sono fatto per una felicità che non mi sfugge di mano; quegli
attimi in cui stringo per l'ultima volta la mano di Mamma e sento dentro che
posso dirle "Arrivederci!"