Cimitero: di corpi eterni
C
1Cor 15,35: "con quale corpo torneranno i morti?".
Fammi attento,
Signore, alla sorte di questo mio corpo, oggi vivace, caldo, profumato,
trafitto, esultante, gaudente, avvizzito e domani polvere leggera al vento del
tempo.
Dammi parole,
Signore, per offrire anche ai giovani il gusto severo della visita al luogo dei
resti fugaci di questi innumerevoli uomini e donne che hanno palpitato, amato,
sognato prima di me: il "campo-santo", il "cimitero" cioè
"dormitorio".
Insegnami a
calpestare la terra consapevole di toccare le vestigia di chissà quanti che
prima di me lì hanno sofferto e goduto, sperato e amato: vorrei sussultare
davanti al loro mistero prima ancora di ponili la domanda più assillante di
tutte: saranno in Paradiso?
Donami
l'incontro prezioso con persone che sanno baciare la mia fronte con più
entusiasmo e più venerazione proprio quando ricordano che non potrà sempre
rispondere con il suo calore al mio calore. Riaffaccia alla mia memoria il
ricordo corporeo dei mille e mille. monaci che si addormentavano accanto al
teschio del fratello estinto: nè viverne impaurito nè superficiale e godereccio,
ma consapevole, impegnato, credente, esultante.
Allontana da
me l'ansia e l'incubo del pensiero del mio corpo sbriciolato, ma insegnami a
toccare il mio corpo e l'altrui come tesoro prezioso e fragile, traslucido
messaggio delle vibrazioni di un'anima, custode di una scintilla immortale.
Fammi
impaziente del momento in cui tutti i corpi della storia umana potranno, per
tuo dono, inventare nel Tuo Cielo, colori, linea, palpiti, slanci e fremiti,
intuizioni ed abbracci dei quali qui in terra abbiamo con gioia gustato soltanto
le primizie.