Con: "pregare-con" (Ap5)
C > Con
Ap 5,8: "Coppe d'oro colme di profumi sono le preghiere dei
credenti".
Grazie per quel
rapporto nuovo pre-celeste con cui leghi quelli che hai segnato col sigillo
dell'evento "sacramentale" della "preghiera-con": ciascuno
dei convocati riconoscerà nell'altro un sigillo simile a quello che nel Cantico
(8,6) la sposa vuol mettere sul cuore dello sposo, un segno indelebile del
passaggio di Dio attraverso la vita dell'altro, degli altri. Il rapporto fra di
loro sarà, come tra consacrati, di vicendevole venerazione, perchè come lo
sposo è fisicamente "uno" con la sposa, così i consacrati dalla
preghiera comune sono "una cosa sola", come "uno solo è lo
Spirito" (l Cor 12,4) che li unisce, "reso", inviato da Gesù (Gv
19,30) nel suo attimo supremo. Con questa ragione dirà allora Agostino ai suoi
fedeli che pregavano con lui: "riconosci, cristiano, la tua dignità".
Grazie, Signore, per questo prezioso accenno di Paolo che, preoccupato
delle strade pericolose avviate nella comunità di Colossi, fa proprio
riferimento a una preghiera comune per domandare al Signore che la comunità
possa "avere una piena conoscenza della volontà di Dio" (Col 1,9).
Grazie, Signore, perchè invece di comunicarci la tua volontà con un telefonino
cellulare a ciascuno, l'hai deposta nelle mani della tua Chiesa, della tua
comunità dove ciascuno può ricevere i suoi doni particolari di Sapienza e
metterli al servizio di tutti, affinché tutti e ciascuno, attraverso i
fratelli, e soprattutto in famiglia, possano riconoscere le Tue vie!
Grazie per
l'esultanza che concederai a ciascuno nel potersi sentire eco della Tua Parola
per il fratello. Grazie per il fratello che non discuterà sulle parole del
fratello ma si metterà in umile ascolto del cuore dell'atro che ha forse
tentato, trepidante, di porgere le sue mani vuote al dono della Sapienza
dall'Alto. Forse dalle parole del fratello potrà raccogliere il sogno di Dio su
di sé e su quelli che ama! Grazie, Salvatore, per averci fatto, nella preghiera
comune, reciprocamente salvatori!
Grazie per la
pace che mi metti in cuore quando ho vissuto l'amico, il figlio, il coniuge
accanto a me davanti a te. Grazie per chi accanto a me, ha taciuto a me
parlando con te. Da allora so che è al sicuro più nelle tue mani che nelle mie
perchè quel silenzio parlava più delle mie parole. E domattina le nostre parole
ci diranno infinitamente di più, eco della Tua.
Grazie perchè
proprio alla comunità riunita in preghiera più che allo psicologo tu hai
consegnato il dono prezioso della "correzione fraterna" (Mt 18,16).
Lì l'Amore potrà arrivare all'apparente crudeltà nel "potare" il
fratello, "affinché ogni tralcio che porta frutto, porti più frutto"
(Gv 15,2) ma ogni schiaffo sarà accolto come una carezza!
Grazie infine, Signore, perchè l'esperienza rassicurante e felicitante
della preghiera comune davanti a Te Crocifisso, braccia aperte e cuore
squarciato, non ci permetterà di conservare questa gioia come un fuocherello al
quale riscaldare le nostre ferite, avviluppandoci in reciproci abbracci tanto
consolatori fra noi quanto escludenti gli altri: invece questa esperienza ci
brucerà fra le mani l'esigenza di fame tesoro per tutti, fiorendo in passioni
sempre più forti sui sogni di bellezza per l'altro, per la famiglia, per il
mondo, messi nelle mani del Signore. "Sono venuto a portare il fuoco sulla
terra, e come vorrei che fosse già acceso!" (Lc 12,49).