Autorità: del Pastore che chiama
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Gv 10, 4: "Le sue
pecore conoscono la Sua voce."
Il Buon Pastore tiene sulle spalle la pecorella e le fa posare il capo sul
suo cuore. Gesù non è un ricordo, non è un messaggio
catechistico non è un grande profeta e non è neppure soltanto Figlio di Dio.
Gesù è il fratello Dio che domanda un cuore a cuore con me!
Lo sento contemporaneamente Onnipotente e vicinissimo. Se dovessi dire in
ordine i nomi delle persone alle quali voglio più
bene, che sento più vicine, nominerei per primo il nome di Gesù.
Quando sono davanti a un'impresa difficile oppure sono solo, chiudo gli
occhi per incontrare il tuo sorriso incoraggiante.
Parla alle tue pecorelle e le pecore ascoltano la Tua voce. E' la voce
della mia coscienza, quando mi metto davanti à Te credo che la mia coscienza non è la somma delle abitudini,
degli insegnamenti dei Genitori o della TV: ma Gesù ha detto vi manderò lo Spirito che parlerà al vostro
cuore.
Ma io non sento nessuna voce: spegni lo stereo, telefono, telefonino ed
anche la luce: lui non urla ma sussurra al tuo cuore,
allenandoti a una scuola di intimità, che userai verso gli altri.
Questo Vangelo
del Buon Pastore è scelto dal Papa per la gioia delle vocazioni. Ma la
vocazione mi precede! A me seguirla!
Gli ho chiesto
a suo tempo quale fosse la mia vocazione o avere una famiglia o avere per
famiglia il mondo?
Ho chiesto ai miei figli
di ascoltare la propria vocazione senza paura?
Ho desiderato
per miei figli una vocazione speciale in generosità, in impegno per i Poveri,
una professione non solo per lo stipendio ma per meglio servire.
Signore, io ho bisogno di "parlare"
sempre e di sentirmi rispondere dalle persone che più amo, anche se sono
lontane. Altrimenti il coltello della solitudine mi si pianta in cuore. Concedi
anche a me, come ai Santi, l'intimità per quanto possibile sensibile del tuo
cuore a cuore con me: Tu che nel mio cuore addirittura ci abiti!