Semplicità: pulizia interiore
S > Semplicità
Mc 7,15: "Ciò che
entra nell'uomo non lo contamina... dal suo cuore invece...".
Signore Gesù,
ci inviti ad apprezzare un cibo semplice, sano, genuino, deposto su di una tavola
fraterna, allietata da un dialogo sereno ma non superficiale, una tavola
accogliente ed aperta a chi non ha tavola. Invitami a scoprire il libro delle
semplici e sane ricette della cucina di tua madre Maria, aprendo il libro delle
ricette dei miliardi di nostri fratelli Affamati.
Tu ci hai
invitato all'attenzione più scrupolosa per l'igiene del cuore, parlandoci di
contaminazione e di contagio. Rendimi attento e sospettoso soprattutto al
contagio del cuore. Al contagio che posso prendere e a quello che posso dare.
Fammi sospettoso di fronte al contagio con i germi insidiosi del benessere,
dell'indifferenza, dell'ambizione,
dell'immagine, questi gelali che mi brulicano in giro, e mi entrano dagli occhi
davanti al televisore.
Tu, Signore,
che discutevi di puro e impuro con la tua gente, restituisci la gioia della
"purezza", questa parola un tempo ossessiva e oggi dimenticata!
Facci
riscoprire la purezza degli affetti, nello sguardo limpido del ragazzo, nella
carezza affettuosa della mamma e dell'innamorato, nel porgersi sereno della
ragazza, nel desiderio del ragazzo, nel desiderio armonioso dei cuori e dei
corpi.
Insegnaci a
non temere neppure di custodire disinvoltamente la purezza nel nostro vestito,
così da presentarci sempre come persone intere e non come corpi da afferrare e
possedere.
Custodisci
anche la purezza dei nostri pensieri verso i nostri corpi, così da poter essere
guardati dentro con gioia dal Creatore mentre pensiamo le sue creature.
Affascinami di
quelle persone che, quando entrano in un ambiente, si sente sùbito
"profumo di pulito" e si puliscono perfino gli occhi della gente che
c'è!