Sofferenza: oggi
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Eb 12,5-7: "Il Signore frusta chi riconosce come figlio".
Anche questa
tua "trovata", caro Dio, ci lascia fortemente perplessi. Ci lascia
perplessi perchè troppe volte Ti guardiamo Crocifisso e Ti dimentichiamo
risorto.
Perchè troppe
storie si sono raccontate sui cilici e sulle efferate sofferenze volontarie dei
Santi, che però presentavano spesso una faccia da incavolati.
Così Tu ti sei
presentato all'esame di Marx e di Freud e sei rimasto bocciato: sei diventato
il Dio dei sofferenti, anzi il Dio che fa soffrire, o addirittura si diverte a
far soffrire, giocando come il gatto con il topo. Di un Dio così potremmo dire
che è clinicamente salutare perdere la fede.
Eppure, Signore
Gesù, la tua figura Crocifissa, guardata nella prospettiva del Risorto, dice
certamente qualcosa. Anzi tutto! Tutto soprattutto ai Crocifissi vivi di questo
mondo che solo da Te possono esigere la documentazione di idoneità a vivere!
Anche se il
mondo d'oggi, superficiale, avido, materialista e godereccio cancella la
sofferenza fin tanto che non ci sbatte la faccia contro, e allora pensa
all'eutanasia.
Anche se la
disgrazia non è certo voluta da Dio, ciò nonostante possiamo credere che
l'Onnipotenza Tua, che scrive diritto sulle righe storte, può trasformare in
grazia la disgrazia!
Domandalo a
chi ha tentato di abbracciare la croce e potrai intuire uno spiraglio di
soluzione: Dio frusta chi ama!
"Dio ha
dato, Dio ha tolto, benedetto sempre il nome del Signore", diceva il santo
Giobbe. Dònami di poter ripetere consapevole anch'io le sue parole, anticipando
fin d'oggi nell'oscurità del presente quella pace e quella luce che vedrò nel
giorno senza fine.
Fà del mio
dolore strumento di conversione per cogliere, dalla perdita di qualcosà, la
caducità del tutto, afferrando senza stringere le cose e le persone che mi
restano.