Accoglienza dell'altro mandato da Dio - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Accoglienza dell'altro mandato da Dio

A > Accoglienza
At. 18,27: "I fratelli scrissero ai discepoli di fargli buona accoglienza"
Postino di Dio
L'Altro è fonte di gioia, non per quello che mi porta, ma perché me lo manda il Signore! Quand'anche mi portasse una croce, è comunque un dono del Signore. Ecco perché ogni Altro, ogni Prossimo diventa fonte di gioia: perché lo accolgo come "postino di Dio"! Sto attento a non lasciar cadere per terra il telegramma che lui, magari inconsapevole, porta in mano.
Discepolato
L'Altro è sempre Maestro della mia vita: infatti attraverso di lui il Signore mi dice sempre qualcosa di nuovo e di utile per la mia vita. Vorrei poter fare la storia di quello che ho imparato da ciascuna delle persone che ho incontrato. Chi non impara niente è peggio di un alunno che non vuole studiare. L'alunno non impara la matematica, chi non impara dall'Altro non impara a vivere vivo! Mi rendo sempre e subito attento al discepolato dell'Altro? Quali sono le persone dalle quali ho imparato di più nella vita? Come ho manifestato ad esse la mia riconoscenza?
Come ringrazio chi mi "scortica" la pelle dell'anima per rinnovarla ed abbellirla sempre di più? Come posso rendere sicuro l'Altro che il suo incontro mi trova sempre disposto a "imparare", a raccogliere i segnali che lui mi può mandare per aiutarmi a crescere?
Mai di sua iniziativa
L'Altro non viene mai di sua iniziativa. Anche se lui pensa di aver pensato di incontrarmi è da più lontano che viene l'iniziativa di questo incontro. E' il Signore che me lo manda. E allora lo accolgo ricordando chi me lo ha mandato anche se lui non sa Chi lo ha mandato!
Di chi riceve
Perciò l'Altro mi arricchisce sempre. Credo per fede che l'Altro mi viene incontro e il Signore sta per servirsi di lui per cambiare e maturare la mia vita. Mi rapporto con l'Altro in atteggiamento di chi riceve anche da colui che viene per domandarmi?
Come alimento nel mio cuore e sulle mie labbra il sentimento di riconoscenza, sempre, per chi incontro? Rivelazione
L'Altro mi rivela a me stesso. Se so guardare con occhi limpidi, l'Altro diventa uno specchio per la mia coscienza: è proprio nel suo incontro che io mi rendo conto di chi sono. Dal come lo accolgo io mi rendo conto di chi sono. Proprio accogliendo un Altro, proprio confrontandomi con lui ecco che prendo coscienza di chi sono. Poverino chi pensa di conoscere già abbastanza sè stesso. Poverino il tranquillo di sè stesso. Poverino chi appositamente non vuol imparare più nulla di sé. Così l'Altro mi diventa RIVELAZIONE!
Frustrato
L'Altro può crescere se io l'aiuto a crescere. Se lui cresce io stésso ne resto cresciuto, maturato, cambiato. Anche dalla sua crescita dipende la mia crescita. Un po' come la crescita di un genitore dipende dalla "riuscita" del figlio. E se l'Altro non vuol crescere il mio desiderio e il mio impegno mi fanno crescere ugualmente, davanti agli occhi del Signore! Lui potrà scrivere dritto anche sulle righe storte della mia vita. Non ho mai ragioni per sentirmi frustrato.
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