Accoglienza dell'altro mandato da Dio
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At. 18,27: "I
fratelli scrissero ai discepoli di fargli buona accoglienza"
Postino di Dio
L'Altro è fonte di gioia, non per quello che mi porta, ma perché me lo manda
il Signore! Quand'anche mi portasse una croce, è comunque un dono del Signore.
Ecco perché ogni Altro, ogni Prossimo diventa fonte di gioia: perché lo accolgo
come "postino di Dio"! Sto attento a non lasciar cadere per terra il
telegramma che lui, magari inconsapevole, porta in mano.
Discepolato
L'Altro è sempre Maestro della mia vita: infatti attraverso di lui il
Signore mi dice sempre qualcosa di nuovo e di utile per la mia vita. Vorrei
poter fare la storia di quello che ho imparato da ciascuna delle persone che ho
incontrato. Chi non impara niente è peggio di un alunno che non vuole studiare.
L'alunno non impara la matematica, chi non impara dall'Altro non impara a
vivere vivo! Mi rendo sempre e subito attento al discepolato dell'Altro? Quali
sono le persone dalle quali ho imparato di più nella vita? Come ho manifestato
ad esse la mia riconoscenza?
Come ringrazio chi mi "scortica" la pelle dell'anima per
rinnovarla ed abbellirla sempre di più? Come posso rendere sicuro l'Altro che
il suo incontro mi trova sempre disposto a "imparare", a raccogliere
i segnali che lui mi può mandare per aiutarmi a crescere?
Mai di sua iniziativa
L'Altro
non viene mai di sua iniziativa. Anche se lui pensa di aver pensato di
incontrarmi è da più lontano che viene l'iniziativa di questo incontro. E' il
Signore che me lo manda. E allora lo accolgo ricordando chi me lo ha mandato
anche se lui non sa Chi lo ha mandato!
Di chi riceve
Perciò l'Altro mi arricchisce sempre. Credo per fede che l'Altro mi viene
incontro e il Signore sta per servirsi di lui per cambiare e maturare la mia
vita. Mi rapporto con l'Altro in atteggiamento di chi riceve anche da colui che
viene per domandarmi?
Come alimento nel mio cuore e sulle mie labbra il sentimento di
riconoscenza, sempre, per chi incontro? Rivelazione
L'Altro mi rivela a me stesso. Se so guardare con
occhi limpidi, l'Altro diventa uno specchio per la mia coscienza: è proprio nel
suo incontro che io mi rendo conto di chi sono. Dal come lo accolgo io mi rendo
conto di chi sono. Proprio accogliendo un Altro, proprio confrontandomi con lui
ecco che prendo coscienza di chi sono. Poverino chi pensa di conoscere già
abbastanza sè stesso. Poverino il tranquillo di sè stesso. Poverino chi
appositamente non vuol imparare più nulla di sé. Così l'Altro mi diventa RIVELAZIONE!
Frustrato
L'Altro può crescere se io
l'aiuto a crescere. Se lui cresce io stésso ne resto cresciuto, maturato,
cambiato. Anche dalla sua crescita dipende la mia crescita. Un po' come la
crescita di un genitore dipende dalla "riuscita" del figlio. E se
l'Altro non vuol crescere il mio desiderio e il mio impegno mi fanno crescere
ugualmente, davanti agli occhi del Signore! Lui potrà scrivere dritto anche
sulle righe storte della mia vita. Non ho mai ragioni per sentirmi frustrato.