Ultimi: riconoscerTi in ginocchio nel buon ladrone crocifisso - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Ultimi: riconoscerTi in ginocchio nel buon ladrone crocifisso

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Mt 25,40: "...l'avete fatto a me".
Ti domando in ginocchio di toccarmi il cuore, Signore, per cambiare i miei gusti: in questo mondo dell'immagine e della figura dammi il gusto per lo Sfigurato, il gusto di stare con quelli con i quali non sta nessuno.
Cambia il mio cuore davanti allo scippatore che mi deruba per farsi la dose: insegnami a compatirlo anziché odiarlo.
Insegnami a guardare il mondo delle "persone perbene", a fissare l'immagine di "quelli che contano" e riescono nella vita senza desiderio e senza invidia: non vorrei mai pagare per il successo il consueto prezzo della corruzione in cravatta e colletto bianco.
Tocca il mio cuore per arrivare a sperare che anche dal carcere, ordinaria scuola di delitti peggiori, possa uscire un'anima convertita: altrimenti non crederei nella Tua onnipotenza.
Spegni Tu la mia ribellione davanti alle nostre carceri traboccanti di Extracomunitari, seminatori di morte nelle nostre città: voglio pensare che sono ora in carcere perchè il nostro benessere li aveva prima incarcerati nella loro Terra d'origine.
Purifica Tu il mio sguardo quando fisso il volto ringhioso del Malvivente catturato nel video del Telegiornale: voglio domandarmi dove sarei io se fossi nato e cresciuto al suo posto.
Fammi trasalire di fronte alla barbarie legalizzata ed inutile della pena di morte, quando mi ricordo che neppure Tu, autore della vita, osi toglierla al malfattore che la toglie agli altri.
Mettimi in cuore il desiderio di varcare anch'io almeno una volta nella vita, la soglia del carcere, per visitarti presente dietro le maschere di rabbia e di sofferenza dei detenuti.
Ti prego, Signore, per il mondo dimenticato degli Agenti di custodia: scampali dal facile pericolo di considerare i Carcerati come bestie in gabbia, o bestie da macello, riuscendo invece a ritornare la sera in famiglia spensierati ed affettuosi verso i loro bambini.
Ti prego, Signore, per il mondo squallido dei tribunali, dove le persone diventano fogli e pratiche, dove le lungaggini snervano e disperano, dove la verità è difesa col denaro: suscita Tu avvocati e giudici capaci di ricordarsi sempre che anche gli imputati hanno un bambino a casa e una mamma in lacrime.
Salvaci dall'insidia di considerare la persona umana coincidente con la sua salute, con il suo cibo, con il suo sonno, e perfino con i suoi soldi: ricordami che ogni volta che stringo un corpo, giovane o vecchio, uomo o donna, sano o malato, bello o brutto, bianco o di colore, ogni volta sto stringendo qualcosa di immensamente di più di quel corpo.
Insegnami a toccare ogni corpo umano con più trepidazione di quando toccassi l'Eucarestia: quel pane che Ti contiene finirà. Quel corpo umano che tocco, attraversando la tomba, brillerà in eterno nel Tuo cielo!
Insegnaci ad inginocchiarci trepidanti davanti alla vita umana inutile e dispendiosa ma impagabile del morente: Tu solo sai quanto valga quella vita così vicina alla Tua sulla croce!
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