Perdono: fra credenti - L'alfabeto dell'anima di don Prospero

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L'alfabeto dell'anima
di don Prospero Bonzani
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Perdono: fra credenti

P > Perdono
Mt 5,11: "Beati voi quando diranno male di voi per causa mia"
Voglio credere, Signore, alla buona fede di chi mi disprezza pensando di farti un piacere. Sarà difficile ma non impossibile: voglio crederlo.
Sfogliando i libri di storia della Tua Chiesa incontro spesso figure di Santi perseguitati nel tuo nome, e pur tuttavia, serenamente perseveranti sulla tua strada: essi sapevano che la storia avrebbe dato loro ragione.
Non oso mettermi in loro compagnia, ma ciò nonostante sento nel mio cuore le ferite delle incomprensioni e dei travisamenti perpetrati da chi pronunzia disinvoltamente il Tuo nome: salvami allora dalla premura di essere capito.
Anzi: risparmiami addirittura il desiderio di essere capito mentre io leggo il tuo Vangelo in maniera così diversa da come lo legge chi lo usa per disprezzarmi: se tu mi capisci, Signore, questo mi basta per la mia pace.
Liberami altresì dalla presunzione di averti io stesso capito meglio degli altri, meglio dei miei familiari, meglio dei miei amici, meglio del mio parroco: da chiunque profferisce il tuo nome io voglio sicuramente imparare qualcosa di Te.
Insegnami a sentire anche sentimentalmente la parentela fraterna con chi legge insieme a me un Vangelo così "diverso" dal mio: in Cielo vedrò quella parentela che oggi devo soltanto credere.
Insegnami ancora la prudenza necessaria per non manifestare quanto diverso io veda il tuo Volto a chi pensa di conoscere l'unico Gesù: la verità è sempre preziosa ma non è sempre opportuna.
Forse qualcuno ti vedrà Signore Onnipotente soltanto ed altri preferirà contemplarti povero e zingaro sulle vie della Palestina.
Qualcuno ti incontra giudice severo, perfino fustigatore come lo fosti nel tempio, altri si sentono accarezzati come la pecorella dal buon Pastore.
Qualcuno si sente in dovere di difendere la tua Parola fino a ibernarla in freezer ed altri mettono la tua Parola a spregiudicato confronto con le più audaci parole degli uomini e delle donne di oggi: rendici umili ricercatori, mai presuntuosi padroni della tua Parola!
Qualcuno pensa di presentare il tuo volto mentre non si accorge di sostituirti con una dilatata proiezione della propria fotografia: sostituisci il mio disprezzo per lui con una benevola, fraterna compassione. Rendimi sospettoso di fronte alla possibilità di sperimentarmi vincente, apprezzato e perfino applaudito nel mio ambiente di Chiesa: voglio ricordarmi che tu hai detto: "Guai a voi quando tutti parleranno bene di voi!".
Fammi invulnerabile davanti ad ogni insinuazione, critica, maldicenza, soprattutto proveniente dal mio ambiente di Chiesa: il tuo sorriso benevolo mi difende da ogni smorfia di disprezzo.
Fammi sperimentare l'intima gioia di quando potrò sentire rivolte a me quelle tue confortanti parole: "beati voi quando, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia!".
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