Carità: effusa nei nostri cuori (2Cor2)
C > Carità
2Cor 2,4: "L'immensa Carità che nutro per voi".
13,4: "non si
gonfia": non si vanta: primo
frutto, o meglio radice, della carità, è l'umiltà.
Mettimi in cuore, Signore, una appassionata volontà di nascondimento, a
cominciare dalla possibilità di avere ragione, dal vestito, dalla macchina,
dalla casa, dalla posizione, dal cedere il discorso, dal tacere in silenzio
quando potrei luccicare... Tu, "per il quale fu fatta ogni cosa che è
stata fatta", ti sei umiliato a mangiare panetti. Che gioia imitarti nel
nascondimento e nella umiliazione, proprio e soprattutto quando è ingiusta e
accompagnata magari dalla squalifica, dal disprezzo! Non hai fatto forse anche
Tu così? Regalami quella umiltà che gode nel silenzio, tutte le volte che,
dicendo qualcosa di interessante, o peggio di pungente, potrei mettermi in
evidenza.
Insegnami a
domandare a me stesso il silenzio interiore, mentale e "cardiaco"
prima di emettere un giudizio, prima di liberare un sentimento. Avverto il
silenzio come la terra buona dalla quale nascono parole operatrici di bene e
non ortiche.
Liberami dal frequente,
squallido malumore che nasce da quel velenoso desiderio di fare bella figura o
anche semplicemente dalla volontà di avere ragione a tutti i costi, anche
quando ritengo di non difendere me stesso ma la sacrosanta Verità.!
Fammi
sperimentare quanta pace invece fiorisce nel mio cuore quando, ricordandomi di
tante mie debolezze, soprattutto interiori o nascoste, accetto con gioia
maltrattamenti e brutte figure: non sono mai abbastanza in rapporto a quello
che Tu sai, leggendomi dentro, che davvero mi merito!
Sento che è
questione di fede, questione di sentirmi tanto più spesso letto dentro dallo
sguardo del Signore. Allora che ridicolo, pietoso o drammatico il mio tentativo
di essere qualcuno, la presunzione di far trionfare la (mia!) verità! Ama essere
sconosciuto e considerato spazzatura", dice l'imitazione di Cristo. Ma sul
serio. Quante inutili sofferenze di meno! Viva la libertà!
Fammi contento
quando mi accorgo e riesco a serenamente riconoscere che altri fa meglio di me
quello che sto facendo io! Mettimi serenamente, seriamente, frequentemente a
confronto con i Santi, d'altare o comuni: quanta umiltà e serenità mi regala il
confronto con loro!