Falsità: e io?
F
Mt. 23,29: "Guai a
voi scribi e farisei zpocriti."
Quante volte, Signore, la gente ha fatto festa agli uomini del momento, per
cavalcare la tigre vincente, dopo averli ignorati o combattuti per tanto tempo:
l'ho visto sul posto di lavoro, l'ho visto nella mia stessa famiglia, l'ho
visto nel mondo terribile dei favori e della politica,
l'ho visto perfino nei tuoi Santi riconosciuti come Santi dopo essere stati
ignorati e combattuti come elementi di disturbo! Poveri profeti! O meglio, poveri noi a non averli
riconosciuti!
È un segno visibile di quella malattia invisibile che insidia il cuore di
ciascuno: la doppiezza.
Grazie, Signore Gesù, per la gioia grande che sento in cuore quando
verifico che posso parlare fissando serenamente l'altro negli occhi, per lasciarmi
serenamente guardare, scrutare, valutare attraverso gli occhi fin nel mio
cuore: allora mi piaccio proprio tanto! Allora ti piaccio proprio tanto!
Grazie,
Signore, perchè mi hai reso incapace di colorire diversamente le cose a seconda
di chi mi sta davanti;
grazie per le
persone di cui abbiamo accertato con sicurezza che la loro prima parola è la
loro unica parola.
Ma grazie,
Signore, più ancora, per tutti coloro che non nascondono la fatica e la paura
di essere sinceri con una arrogante aggressività, con una sprezzante
squalifica, con una trafiggente insinuazione, con una baldanzosa tracotanza,
velenose quanto il miele del complimento, della cordialità e dell'adulazione.
Donaci, Signore, persone limpide come l'acqua e tenerissime come il cuore
innamorato!
Donaci persone che non confondano la carità con la debolezza
dell'accomodamento.
Donaci persone
che non confondano la verità con la durezza di chi decide che può esistere al
mondo qualcuno dal quale non gli preme essere amato!