Argomenti delle 9 Romanze - Romanze di San Giovanni della Croce

Le Romanze di San Giovanni della Croce    link ai versetti commentati della VII Romanza
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Argomenti delle 9 Romanze

Le Romanze
Dalla sequenza delle Romanze si scorge la sollecitudine divina nel rispondere alla sofferenza e all'attesa della creatura. Dall'eterno progetto divino ecco subito rappresentato il momento in cui l’uomo può abbracciare il Salvatore.
La scansione della storia umana (che conosce prima l’Annunciazione e l’Incarnazione, raccontate più avanti nella VIII romanza) è per il poeta secondaria al significato da trasmettere.
La realtà che Dio non vuole la sofferenza della creatura, ma la sua salvezza, “costringe” il poeta ad alleviare subito il lettore anteponendo la narrazione della gioia di Simeone, quasi quale profezia per le successive Romanze.
Prosegue la storia del piano divino con la VII romanza, che ritorna al dialogo Trinitario, ma il piano procede con la sua logica d’amore divino che dall'eternità pone i suoi “tempi”; la VI romanza conclude con il desiderio esaudito: l’umanità è pronta ad abbracciare il Salvatore, ed ora (VII) appare consequenziale leggere che la sposa è finalmente “plasmata” ad immagine del Figlio ed il “tempo” del “riscatto” è giunto e sta per farsi storia narrata con le romanze conclusive sull'Annuncio, l’Incarnazione (VIII) e il Natale (IX) del Salvatore.
Ecco una panoramica sulle nove romanze, con una sintesi del messaggio affiancato dal riporto di versetti.
Prima romanza – sul Vangelo “In principio era il Verbo” circa la SS.ma Trinità
Solo una poesia può effettivamente trasmettere un fulgido barlume dell’eterno movimento d’amore del Padre e dell’eterna risposta del Figlio, con lo Spirito Santo uniti in Trinità.
[Strofa 7]  l’uno all'altro stringendo
               in eguaglianza e valore.
              Tre Persone e un Amato,
              in forza d’un unico Amore,
Un amore comunicato e di comunione.
 Amore dell’eterno Dio che eternamente vive, unisce e ravviva.
[Strofa 12] ché l’amor quanto più è uno
                  tanto più amore ravviva.
Seconda romanza – della comunicazione delle tre Persone
È un amore divino, veramente illimitato, così tanto da pensarsi esteso a chiunque altro volesse partecipare.
All’amore piace donare ogni cosa, e cosa più di altro amore?

[Strofe 3 e 4] ... “Niente, o Figlio, mi rallegra,
                   fuor de la tua compagnia.
                  Ciò che inver mi contenta,
                  solo in te io lo cercavo;
                  In chi più ti rassomiglia,
                  più appagato io restavo.
É anche un amore onnicomprensivo, tanto che a chiunque rivolgesse amore al Figlio, il Padre ne godrebbe e si donerebbe con la grazia del divino amore.

[Strofe 7 e 8] A chi ti amasse, o Figlio,
                     io me stesso gli darei;
                     e l’amore che in te godo,
                     questo stesso in lui porrei,
                     per l’amor che avrà donato
                     a Colui che ho tanto amato.
Terza romanza – il progetto trinitario
Il Padre desidera donare altro amore al Figlio; questi, riconoscente, vuole accogliere chi lo amerà, perché per mezzo suo arda d’amore per il Padre, con eterne delizie per la Sua bontà.
[Strofa 1] Una sposa che ti ami,
              Figlio mio, ti vorrei dare,
             che per tua grazia meriti
             con noi comunicare
[Strofe 5 e 6] [risponde il Figlio]
             e come l’essere che io possiedo,
            del suo essere io lo riceverò.
            Reclinata sulle mie braccia
            arderà del tuo amore,
            e con eterno diletto
            la tua bontà esalterebbe”.
Quarta romanza  - della Creazione e della promessa Incarnazione
Ecco come appare a Dio conveniente un creato da inabitare con una sposa per il Figlio. Ecco perché il Padre ha comunque creato questo mondo che vediamo spesso ingiusto con i giusti (Giovanni è in carcere) e infedele a Dio: per l’eterno merito dell’amore del Figlio.
[Strofe 1 e 2] Fiat, dunque - disse il Padre -,
                    l’amor tuo lo meritava!”
                    E nel dir questa parola,
                   ecco il mondo già creava:
                   un palazzo per la sposa,
                   in gran sapienza edificato;
                   che in duplice dimora
                   in alto e in basso ha separato.
Quinta romanza  - l’attesa dell’Inviato
La creatura soffre nel non conoscere il creatore, si strugge nel desiderio del proprio fine, di chi sarebbe in grado di amare, e solo per la grazia della Speranza alza il suo grido ad invocare l’Inviato che rivelerà i misteri di Dio.
[dalla Strofa 1] Con questa buona speranza
                      che dall'alto a lor veniva, …
[dalla Strofa 5] …“Orsù, Signore,
                      invia chi ci devi mandare!” ..
[dalle Strofe 8 e 9] … felice chi in quel tempo vivrà,
                           e … di veder Dio meriterà, …
                           e godere dei misteri
                           che ordinerà in armonia!”.
Sesta romanza  - l’attesa di Simeone
Il desiderio umano, quando è infiammato di grazia, si rivolge per fine e sorgente a Dio.
La speranza di Simeone di potersi stringere al Cristo è con la preghiera riposta solo in Dio.
Simeone chiede tanto, chiede Dio.
Ma è ciò che Dio più gradisce.
La grazia di una Parola è portata dallo Spirito Santo.
Promessa che diverrà fatto e il Figlio si farà carne per abbracciare l’umanità.
[dalla Strofa 2] … il vecchio Simeone
                      di desiderio infiammato,
                      pregava Dio che volesse
                      mostrargli il giorno bramato.
[dalla Strofa 3] E così lo Spirito Santo
                      al buon vecchio rispondeva,
                      … per certo gli prometteva,
[dalle Strofe 4 e 5] … Dio potesse prendere
                           per tenerlo tra le braccia,
                           e a sé poterlo stringere.
Settima romanza  - è venuto il tempo per l’Incarnazione
Affinché non vi sia ostacolo all'amore, la Sposa è creata a immagine del Figlio.


Con la medesima volontà il Figlio intende portare l’annuncio del Padre,



affrontando le fatiche umane,
fino alla morte,
perché anche la Sposa
riceva la vera vita

e possa esser presentata al Padre.
[dalla Strofa 3] “Vedi, Figlio, la tua Sposa
                       a tua immagine ho plasmato, …
[dalla Strofa 5] che si faccia somigliante
                       ogni amante al proprio amato, …”
[dalla Strofa 7] “La mia volontà è la tua …
[Strofe 10-12] andrò a portare l’annuncio
                      del tuo sovrano potere,
                      andrò a cercar la mia Sposa,
                      prendendomi senza temere
                      le sue fatiche e i travagli
                      del suo patire;
                      e perché abbia la vita,
                      io per lei vorrei morire,
                      e strappandola all'abisso
                      a Te la vorrei far salire”.
Ottava romanza  - l’Annunciazione e l’Incarnazione
Il Figlio ha ricevuto la missione dal Padre, con l’unzione dello Spirito Santo: la Trinità interviene nel creato e giunge l’Emmanuele.
Dio vero da Dio vero, prima di tutti i secoli; incarnato nel seno della Vergine Maria, si è fatto uomo.

[dalla Strofa 2] … in lei la Trinità
                      di carne il Verbo rivestiva;
[dalla Strofa 4] E chi aveva solo il Padre
                      anche la madre ora aveva, …
Nona romanza  - sulla Natività, Dio si è fatto uomo
È nato Gesù Cristo, il Figlio Dio e sposo abbraccia come sposa l’umanità di Gesù.

L’unione divina tra le due nature è riflessa nell’unione in un solo gloria delle creature spirituali ed umane.



Nell’unione si inverano la compassione di Dio e la possibilità di beatitudine per l’uomo.
Ciò che l’uomo è in grado di donare è solo il pianto di un neonato.
Gesù Bambino comincia già ad attualizzare la promessa di prendere su di sé i travagli umani (in riferimento al finale della settima romanza), promessa mantenuta fino alla Croce, quando saranno celebrate compiutamente le nozze del Figlio per la redenzione dell’umanità.
[dalle Strofe 1 e 2] … il Signor come uno sposo,
                            dal suo talamo sorgeva,
                            avvinto alla sua sposa,
                            che tra le braccia portava,
                            mentre la Madre graziosa
                            in un presepio l’adagiava,
[dalle Strofe 3 e 4] … Gli uomini alzavano cantici,
                            e gli angeli melodiavano:
                            festeggiando il matrimonio
                            che tra due nature accadeva. …
[dalle Strofe 5 e 6] … e la Madre era stupita
                            quando lo scambio osservava:
                            in Dio c’era il pianto dell’uomo
                            e nell’uomo beatitudine,
                            ed a ciò sia l’uno che l’altro
                            non avevan l’abitudine.
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