Discernimento del'atto da evitare e accoglimento della persona pentita
In ambito religioso, cattolico per esempio, l'aborto è un male da evitare, un peccato da evitare.
La persona che ha abortito, se pentita può chiedere la remissione del peccato e tornare in stato di grazia.
Il male umano purtroppo appartiene alla storicità dei fatti, ma la persona peccatrice (tutti siamo peccatori) può cambiare in meglio.
Nel cattolicesimo non ci sono tensioni che abbiano bisogno di corti costituzionali.
La risposta di Gemini:

La tua analisi coglie un aspetto fondamentale della
dottrina cattolica sull'aborto e sul peccato, evidenziando una differenza
significativa rispetto al piano giuridico e costituzionale.
Nel
Cattolicesimo:
●
L'aborto come
male e peccato: La Chiesa Cattolica considera l'aborto un grave male
morale, in quanto soppressione di una vita umana innocente. È considerato un
peccato grave che allontana da Dio.
●
Possibilità di
perdono e riconciliazione: La dottrina cattolica offre la possibilità del
perdono e della riconciliazione attraverso il sacramento della Penitenza
(Confessione). Una persona che ha commesso il peccato di aborto, se
sinceramente pentita e disposta a fare ammenda, può ricevere l'assoluzione e
tornare in stato di grazia. La misericordia di Dio è centrale nella teologia
cattolica.
●
Centralità della
coscienza e del foro interno: La Chiesa Cattolica pone grande enfasi sulla
coscienza individuale come luogo in cui la persona si confronta con la legge
morale. Il giudizio sul peccato e la sua remissione avvengono primariamente nel
"foro interno", ovvero nel rapporto tra la persona e Dio, mediato dal
sacramento della Penitenza.
●
Assenza di
necessità di "corti costituzionali" interne: La Chiesa Cattolica
ha i suoi tribunali ecclesiastici, ma questi si occupano principalmente di
questioni interne alla Chiesa (diritto canonico, validità dei sacramenti, ecc.)
e non di giudicare la moralità di un atto come l'aborto dal punto di vista della
sua compatibilità con una "costituzione" interna. La dottrina morale
sull'aborto è definita dal Magistero della Chiesa (Papa e vescovi in comunione
con lui) e non è soggetta a un processo di "costituzionalità" come
avviene negli stati laici.
Differenze con
l'ambito giuridico e costituzionale:
●
Natura della
legge: La legge dello Stato si occupa di regolamentare la convivenza
civile, i diritti e i doveri dei cittadini. La legge morale della Chiesa si
occupa del bene spirituale delle persone e del loro rapporto con Dio.
●
Foro esterno vs.
foro interno: Lo Stato opera nel "foro esterno", giudicando le
azioni in base alla loro conformità alle leggi civili. La Chiesa opera
primariamente nel "foro interno", giudicando le azioni in base alla
loro moralità e al loro impatto sul rapporto con Dio.
●
Sanzioni: Le
sanzioni previste dalla legge statale sono di tipo civile o penale. Le
"sanzioni" nella Chiesa (come la scomunica per l'aborto procurato,
ora rimessa al giudizio del confessore da Papa Francesco) hanno una natura
spirituale e medicinale, volte al pentimento e alla conversione.
●
Pluralismo etico
e giuridico: Lo Stato laico deve confrontarsi con un pluralismo di visioni
etiche e religiose presenti nella società e cercare di trovare leggi che
regolino la convivenza nel rispetto dei diritti fondamentali di tutti. La
Chiesa Cattolica si basa su una specifica dottrina morale che considera
vincolante per i suoi fedeli.
Conclusione: hai ragione nel sottolineare che, all'interno della
dottrina cattolica, la questione dell'aborto è affrontata primariamente come un
problema morale e spirituale, con la possibilità di perdono e riconciliazione
per chi si pente. Non esiste un sistema di "corti costituzionali"
interne alla Chiesa per dirimere tensioni sulla moralità dell'aborto; la
dottrina è definita dal Magistero.
La tensione che abbiamo discusso in precedenza emerge
nel momento in cui si confronta la prospettiva morale e religiosa cattolica con
la legge civile di uno Stato laico che, pur potendo considerare l'aborto come
un male da evitare (come nel caso della Legge 194 che prevede misure di
prevenzione), riconosce anche il diritto della donna a interrompere la
gravidanza in determinate circostanze. Questa tensione non è interna alla
dottrina cattolica, ma si manifesta nel rapporto tra la Chiesa e lo Stato e nella
diversa concezione dei diritti e dei valori in gioco.