dall'omelia del Card. Angelo Bagnasco del 9 Giugno 2013
la carne bruciata dei più
[...] Oggi vorrei chiedere alla Madonna una
grazia particolare.
E' l'ora di smettere ogni
spirito di contrapposizione gli uni verso gli
altri. E' l'ora di smettere di criticarci vicendevolmente e di porre veti incrociati. E' l'ora di smettere di sospettarci a vicenda come se il primo dovere civico fosse quello di
pensare male delle intenzioni e delle azioni
altrui. Questo modo di pensare uccide la fiducia e paralizza qualunque sviluppo, personale e sociale. E' l'ora di smettere di volerci attribuire il merito di ogni idea buona,
di ogni opera riuscita: la vanità infantile di
emergere sugli altri, e di apparire come i
migliori della Città, porta a non riconoscere le capacità e le idee di altri, a non collaborare, a trovare ogni appiglio per criticare, per bloccare ogni possibile prospettiva.
E' l'ora di smettere di impuntarci per far
vedere chi siamo e che contiamo: nessuno,
per affermare il proprio potere, deve bloccare o rallentare processi e progetti per il
bene comune. Anche le necessarie leggi e le
normative devono essere applicate con
buon senso.
E' l'ora di smettere di opporci
per nascondere le nostre pigrizie o i nostri
piccoli tornaconti che, se venissero fuori, ci
farebbero salutarmente vergognare. E' l'ora di smettere di denigrarci o di spargere
sospetti e veleni ad ogni livello e in ogni
ambito, creando un'aria cupa. Ciò non fa
bene alla gente, alla Città, al Paese. Ricordiamo: chi semina vento, raccoglierà tempesta, e questa non risparmierà nessuno. A
chi giova infangare tutto e tutti, come se
dietro ad ogni angolo si nascondesse il peggio?
E' l'ora invece che ci stimiamo di più gli
uni gli altri; che ci valorizziamo a vicenda.
Che lodiamo pubblicamente in ogni sede il
bene che a Genova c'è, si fa e si può fare!
E' l'ora che impariamo a riconoscere le capacità e i meriti degli altri, a gioirne e a collaborare senza invidia, affinché i problemi
si superino e il bene si affermi rapidamente poiché la gente, nascosta nelle proprie
case, soffre non per modo di dire. La saggezza popolare afferma che l'ottimo è nemico del bene: davanti a qualunque idea o
progetto, a qualunque scelta operativa, si
potrà sempre obiettare qualcosa - priorità,
metodi, tempi, o altro…- ma qui si prova
l'intelligenza personale e collettiva, qui si
misura l'onestà e il buon senso. Infatti,
quando le questioni sul tavolo sono molte e
tutte di rilievo, il criterio per decidere è
quello di ascoltare la sofferenza della gente: non si tratta di dimenticare qualcosa,
ma di non lasciare per strada nessuno a cominciare dai più deboli. Nessuno, come in
una marcia forzata, deve sentirsi fallito e
arrendersi estenuato davanti alla vita. Sarebbe stolto e colpevole impuntarsi da che
parte cominciare senza considerare la carne bruciata dei più. [...]
Cari Amici, che la Madonna della Guardia ci benedica tutti e ci renda più positivi
e saggi. Amen.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo Metropolita di Genova