Mercoledì delle Ceneri - 2017 - Omelia di SE card. Angelo Bagnasco e brani del 2014
Bagnasco
Mercoledì delle Ceneri 2017
“Ritornate a me con tutto il cuore” (Gioele 2,12) E' l'invito accorato che il Profeta Gioele rivolge a ciascuno di noi, cari fratelli e sorelle. Il grande tempo della Quaresima inizia: tempo di maggiore austerità, preghiera e carità; tempo di più intensa meditazione sulla gioia cristiana che in Cristo ha la sua sorgente. La Quaresima ci prepara sapientemente alla Pasqua, cuore dell'anno liturgico e della nostra fede.
E' l'evento centrale della storia umana, la più grande trasformazione, l'inaudita novità apparsa nel mondo.
"Ritornate a me"! Tutti dobbiamo sempre tornare a Dio, perché tutti in un modo o nell'altro ci allontaniamo da Lui anche se Egli continua ad amarci. E' il suo stesso amore che ci invita a riconoscere i nostri peccati senza alibi e con serenità: il cristiano riconosce le sue incoerenze con umile fiducia, sapendo che è davanti a Dio che è Padre e che Egli crede in noi.
L'esito di questo primo passo del cammino quaresimale è la confessione, sacramento della misericordia e del perdono, braccia aperte della Chiesa che è Maestra e Madre. E' così bello e sembra così facile sciogliere le vele della vita e lasciarci portare dal vento dello Spirito conciliatore. Ma in realtà non è scontato! Abbiamo sempre a che fare con la nostra volontà di potenza, con la presunzione che abita nei nostri cuori e che ci fa credere di essere gli unici decisori del bene del male, della verità e del falso, gli artefici sovrani di noi stessi. Se oggi molto di ciò che accade ci sgomenta, la cultura diffusa ci spinge a
farci credere che la vita è solo nelle nostre mani, che ognuno è una realtà individuale slegata dagli altri. In realtà, nessun uomo è un'isola, e tutto ciò che viviamo - nella gioia e nella sofferenza - la dobbiamo vivere con gli altri, poiché ognuno non è solo di se stesso, ma è anche sempre un bene per tutti, in famiglia e nella società.
2. L'azione riconciliatrice di Cristo distrugge il peccato e ristabilisce la comunione con il Padre, e proprio così ci permette di ritrovare noi stessi, chi siamo veramente. Troppo spesso la dispersione dei pensieri, dei sentimenti, delle azioni, ci rende frammentati, separati dal nostro centro interiore, e ci fa lontani dagli altri.
In Dio dunque ritroviamo noi stessi, il nostro volto e gli altri come fratelli: per questo ci apre alle opere di carità. E' proprio la carità, nelle sue molteplici forme, un altro modo per vivere operosamente la Quaresima: la serena austerità del vivere, accompagnata dalla preghiera autentica, rinvia a chi ha bisogno di gesti concreti di attenzione di amore.
Il rito austero della benedizione e della imposizione delle ceneri è un rito antico e quanto mai eloquente. La nostra umanità ha bisogno di segni. Che cosa sarebbe la vita umana senza il linguaggio dei segni?
Il gesto rende visibile ciò che visibile non è: i molteplici sentimenti dall'amore alla repulsione, dalla gioia al dolore. Tutto nella divina Liturgia parla. Basta voler entrare nel suo linguaggio fatto di parole e silenzi, di musica e canti, di riti e di colori. Tra questi, il solenne e semplice gesto delle ceneri ci parla della nostra pochezza esistenziale; della nostra fragilità morale; ci parla di umiltà.
Quanto bisogno abbiamo di crescere nell'umiltà che poi non è altro che la verità delle cose segnate dal tempo e misurate da Dio! Le ceneri che riceveremo sul capo -lungi dall'umiliarci e dal creare sentimenti di mestizia ci richiamano alla verità di noi, della vita, del mondo: ma sempre con fiducia. Le parole, infatti, che risuonano sul nostro capo - "convertitevi e credete al Vangelo" - sono un' esortazione alla conversione del cuore e della vita, ma anche un perenne annuncio, quello del Vangelo che è Cristo nostra salvezza e speranza.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo di Genova
dall'Omelia di S.E. Card, Angelo Bagnasco del 2014 per il Mercoledì delle Ceneri
... "Un tempo di penitenza e di gioia che deve tradursi in gesti concreti. Penitenza perché ci riconosciamo di fronte a Dio fratelli e peccatori, bisognosi della Sua comprensione, del suo perdono e della sua misericordia. Chi di noi, infatti, non è peccatore? Chi di noi non ha bisogno di sentirsi accolto da Dio, di sentire quelle paroli dolci e forti"…
"Coraggio, sei perdonato! Ricomincia, non temere, io sono con te, guarda avanti!" ...
"Ecco il motivo della nostra gioia che deve accompagnare lo spirito penitenziale di cui abbiamo bisogno come di una liberazione"
... "I primi passi di questo periodo forte per la nostra fede siano fatti nel modo giusto! Lo spirito della penitenza che ci deve portare a inginocchiarci di fronte al confessionale, nasce non dal guardare noi, ma dal guardare Lui! Soltanto guardando a Cristo possiamo scoprire noi stessi, la nostra dignità e bellezza. Alla luce di questa dignità che Dio ci ha donato, potremo cogliere distanze, imperfezioni, fragilità, incoerenze. Se invece guardiamo soltanto con i nostri occhi, cadiamo nella malinconia e nella disperazione".